Roma, Gualtieri come il Grinch spegne le luci di Natale: shopping al buio in centro e in periferia
Quello che ci apprestiamo a festeggiare a Roma sarà un Natale al risparmio: certo il caro energia pesa sulle case della capitale e gli aumenti in bolletta spengono le luci nella maggior parte della città. Ma non è solo questo il motivo che spiega perché le imminenti festività a Roma si celebreranno praticamente al buio. Tutto, al netto del caso che ha investito l’abete che andrà a San Pietro, in ossequio al rito e in omaggio al Pontefice. Un regalo in sospeso, in attesa che si chiariscano le questioni di territorialità della pianta tra Abruzzo e Molise, e le polemiche contro il suo abbattimento. Questioni che, a vario titolo, hanno coinvolto Wwf, sindaci e corpo Forestale.
Quello di Roma sarà un Natale al buio (e al risparmio)
Non solo. Come scrive anche la Repubblica oggi, «per le prossime festività la Capitale resterà al buio anche a causa del bando di concorso voluto dal Comune che avrebbe dovuto portare le luminarie dal Centro alla periferia attraverso un gemellaggio tra le vie più famose e quelle delle borgate. E così non è stato». Perché, a quanto pare, il progetto Natale a Roma, le luci della ripresa, per una città sostenibile e inclusiva è fallito ancor prima di partire. Ossia, come ha fatto sapere in una nota il Dipartimento Grandi Eventi, Sport e Turismo, promotore dell’iniziativa – e come riferisce sempre il quotidiano diretto da Molinari – «alla scadenza del bando, il 27 ottobre alle ore 12, non sono pervenute domande di adesione. Un vero flop».
Natale al risparmio, il flop di un progetto ambizioso (e costoso) spegne centro e periferie
E così, da San Giovanni al Tuscolano, da Prati alle periferie, niente addobbi e luci natalizie, se non quelli garantiti dalle iniziative di privati. Tutto frutto di un pastrocchio amministrativo che si è risolto nell’ennesimo danno – e non solo d’immagine – per la città. Un pasticcio che Luca Esposito dell’associazione commercianti di Prati, spiega a Repubblica dicendo: «Via Cola di Rienzo era tra le strade del bando… Per partecipare alla selezione, lo sponsor doveva garantire al Comune un deposito di centomila euro più Iva, una cifra assolutamente esagerata e che infatti non ha trovato nessuna azienda pronta ad esporsi e così nessuno ha aderito. L’anno scorso per trovare i finanziatori ci siamo mossi a maggio. E la società che ha effettuato l’illuminazione di vie come Cola di Rienzo, Tacito e Plinio, ha speso circa sessantamila euro».
E laddove lo shopping sarà illuminato si dovrà alle iniziative dei privati
E così, se gli addobbi luminosi torneranno a illuminare le vie degli acquisti nel Tridente (l’area urbana innervata sulle tre direttrici rettilinee con vertice in Piazza del Popolo), e che comprende le arterie pulsanti dello shopping internazionale verso Piazza di Spagna, accesi grazie alle iniziative dei privati. Come Porta Pia e il mercato storico di via Alessandria avranno le loro luci e lucette grazie alle iniziative dei commercianti. Tutto intorno – e ad ampio raggio – sarà blackout conseguenza di aumenti. Austerity. E una serie di complicazioni economico-burocratiche che hanno finito per spegnere ambizioni e luci. Tanto che, come riporta sempre la Repubblica, alla fine della fiera sono «più di 200 le strade segnalate dal Campidoglio: da Viale Somalia a Via Lorenzo il Magnifico. Via Candia e Via delle Vigne Nuove. Ma anche Ciampino e Viale Marconi».
Gran parte del resto paga invece lo scotto del caro energia…
E là dove non è arrivato a fare danni un progetto ambizioso che ha lasciato cuore pulsante e arterie di collegamento tra centro e periferie della capitale a fari spenti (le luci dovevano essere accese dal 20 novembre e smontate il 31 gennaio) – un destino scuro al quale si è sottratto il triangolo del lusso intorno a Piazza di Spagna, grazie a Bulgari che sarà lo sponsor che coprirà le spese delle luminarie di Via Condotti – ci ha pensato il caro bollette a fare la differenza. Così, in quartieri rinomati e popolosi come San Giovanni e Tuscolano le luci saranno spente. Come confermano a Repubblica, amaramente, rappresentanti di categoria. Presidenti di associazioni. E assessori municipali, che confermano le problematiche connesse alla crisi in corso.