Scatto d’ira di Rosy Bindi su La7: “Se il Pd s’azzarda ad appoggiare la Moratti strappo la tessera” (video)
Al Pd in pezzi, e uscito a carponi dalle urne, Rosy Bindi non fa sconti. E se poco più di un mese fa, a ridosso del verdetto delle urne, l’ex presidente dem sulle strategie in atto e sull’establishment che potrebbe delinearsi dopo il congresso aveva parlato senza mezzi termini di «accanimento terapeutico», rispetto al quale si dichiarava favorevole semmai ad andare verso «lo scioglimento», risparmiandosi almeno «lo spettacolo della conta interna», oggi l’agguerrita ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, in merito alle ultime mosse del partito con guida in interim di Letta ci va giù ancora più dura. E sentenzia senza possibilità d’appello: «Se il Pd appoggiasse la Moratti, prendo la tessera per strapparla» (clicca qui per vedere il video).
Rosy Bindi sul Pd: prima il commento alla debacle, poi lo scatto d’ira…
Del Pd allo sbando. Senza proposte e senza strategie. E al netto di riferimenti e prospettive mutevoli, insomma, Rosy Bindi sembra proprio averne piene le tasche. Tanto che, ospite in collegamento con lo studio di Tagadà su La7, affida a una divertita – quanto sconcertata Tiziana Panella – una sua bellicosa dichiarazione d’intenti: e alla domanda se, potesse mai sostenere un’eventuale candidatura di Letizia Moratti, la Bindi a corto di se e di mai, annuncia chiaramente che in caso la possibilità dovesse politicamente concretizzarsi, lei strapperebbe immantinente la tessera del partito di cui è stata al vertice e a cui è iscritta. Poi aggiunge anche: «Il Pd deve andare oltre se stesso». Solo così, a detta della Bindi, i dem potranno provare a recuperare l’elettorato perso alle elezioni del 25 settembre.
Rosy Bindi sul futuro del Pd: poche speranze, molte controindicazioni, moltissime recriminazioni
Del resto, per l’ex ministra dem, la disfatta del Pd è cominciata in epoca non sospetta, con Matteo Renzi. Quella del 25 settembre, per la Bindi, è stata la ratificazione finale. O meglio, il colpo di grazia. Perché a suo dire, il partito democratico per cui oggi l’ex presidentessa non ricopre più incarichi, «non si è mai ripreso dall’opa di Matteo Renzi», che dalle ceneri di quello strappo fece nascere Italia Viva. E certo al Pd di oggi non giova, a detta della Bindi, neppure l’atteggiamento ondivago di Giuseppe Conte, sul quale l’ospite di Tagadà non prende in considerazione né apporto, né interlocuzioni. Sottolineando tranchant in diretta tv: «Non apprezzo quanto fatto da lui. Serve aprire un cantiere per rifondare una sinistra plurale».
Lo scatto d’ira della Biondi sull’inciucio Moratti-Pd: «Se la appoggiano, prendo la tessera per strapparla»
Ossia, una sinistra che veda il Pd andare oltre se stesso. E sicuramente oltre la Moratti. E così, alla provocazione della conduttrice che chiede alla Bindi: «Se abitasse in Lombardia, voterebbe la Moratti?». L’ospite, saltando sulla sedia, replica schiettamente: «Guardi, se il Pd appoggiasse la Moratti, prendo la tessera per strapparla». Ma come? «Qui in diretta da noi», chiede una Panella divertita, quasi fino alle lacrime. «In diretta a Tagadà, vi faccio questo regalo – incalza la Bindi –. Vede, siccome nella vita mi sono occupata di poche cose, le dico che la riforma sanitaria della Moratti e l’esatto opposto di quella fatta da Tina Anselmi nel ’78. Quella che avevo provato a riattivare». Insomma, questo matrimonio politico tra il Pd e la Moratti per le prossime Regionali lombarde, per la Bindi non s’ha da fare. E partito avvisato…