Schillaci: «Serve una vera riforma socio-sanitaria e via la visione ospedalocentrica»
«Tutti noi siamo concordi nel ritenere che vada portata avanti un’operazione di efficientamento del sistema sanitario anche attraverso il superamento di una visione ospedalocentrica, limitando l’inappropriatezza dei ricoveri ospedalieri e riportando gli ospedali a luoghi di cura per acuti e dedicati al trattamento delle patologie più complesse, liberando così risorse economiche da destinare al territorio e ai servizi sociosanitari». Lo ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento alla seconda giornata della XXXIX Assemblea annuale Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), in corso a Bergamo.
Schillaci sulla sanità del futuro
«Prossimità, multidisciplinarietà, integrazione, domiciliarità e digitalizzazione – ha spiegato il ministro – sono i driver della riforma territoriale che individua il fulcro della sanità del futuro, dell’integrazione tra ospedale e territorio, con la crescita delle strutture assistenziali di prossimità. Principi che devono tradursi in strutture effettivamente operative e che siano percepite come sicure dei cittadini».
La problematica dei piccoli comuni
Paradossalmente, ha evidenziato Schillaci, «oggi viviamo in un momento storico in cui in alcuni casi cittadini che abitano in piccoli comuni non hanno più un medico di medicina generale a cui rivolgersi, perché non è stato possibile per assenza di risorse umane garantire il turnover tra chi va in pensione e nuovo personale da assumere. Una problematica che i sindaci, soprattutto dei piccoli comuni, conoscono bene».
Schillaci: «Potenziare tutti gli aspetti sociosanitari»
«Qualche settimana fa – ha ricordato Schillaci – i medici internisti denunciavano che spesso non possono dimettere anziani dagli ospedali in via di miglioramento per motivi assistenziali e sociali, perché fuori dall’ospedale non c’è nessuno che badi a loro».
Pertanto «torna ad essere ancora una volta fondamentale – ha ribadito il ministro – la necessità di potenziare tutti gli aspetti sociosanitari». Invece «in questi anni – ha osservato – abbiamo assistito da una parte ad una crescita della domanda di servizi sociosanitari, dall’altra ad un’offerta che spesso restava frammentata, poco riconoscibile fisicamente ai cittadini che continuavano a rivolgersi alle strutture ospedaliere, e soprattutto disomogenea sul territorio nazionale, con realtà locali che anche oggi presentano esempi virtuosi di risposta ai bisogni sociosanitari ed altre che faticano a prendere in carico le necessità di tanti cittadini».
Schillaci: «Procedere verso una vera riforma sociosanitaria»
Il ministro ha poi rimarcato che «occorre procedere decisamente verso una vera e propria riforma sociosanitaria che dia risposte concrete sui livelli essenziali di prestazione, la povertà, la non autosufficienza, la disabilità, in armonia con gli altri ministeri competenti, e consenta una sinergia tra gli ambiti territoriali sociali, le Conferenze dei sindaci e le Asl».
E infine, rilanciare la sanità italiana «significa prioritariamente avere un numero adeguato di personale sanitario, sociosanitario e tecnico. Le stesse riforme strutturali per la sanità territoriale e ospedaliera previste nella Missione 6 del Pnrr – ha precisato – per potersi tradurre in realtà necessitano di adeguate dotazioni di personale sanitario, sociosanitario e tecnico».