Soldi ai partiti, nessuno fiata se il finanziatore è Soros. E la chiamano libera informazione

3 Nov 2022 10:31 - di Michele Pezza
Soros

Non si contano le volte in cui abbiamo sentito giornalisti, conduttori, opinionisti accusare Matteo Salvini di prendere soldi da Putin. Un’accusa grave, resa ancor più pesante dalla circostanza che si tratta del leader di una potenza straniera, con cui non intratteniamo rapporti di amicizia. Non una sola parola abbiamo invece ascoltato sul finanziamento di un milione e mezzo di euro elargito da George Soros alla lista +Europa. Dare una motivazione ad una scelta così clamorosamente doppiopesista non è difficile. La prima risposta che viene in mente è politica: alle ultime elezioni +Europa era alleata del Pd e godeva quindi di immunità mediatica e giudiziaria. La seconda a che fare con il munifico oblatore, da sempre nume tutelare del progressismo mondiale a dispetto della sua fama di speculatore.

Nel ’92 Soros attaccò la lira

È infatti appena il caso di ricordare che Soros è lo stesso che il 16 settembre 1992 sferrò un attacco micidiale alla lira costringendola a fuoriuscire dallo Sme, il Sistema monetario europeo. In compenso, lui guadagnò in un solo giorno un miliardo e 100 milioni di dollari. Operazione legittima, s’intende, ma che lasciò nel nostro Paese una lunga scia di conseguenze funeste sotto il profilo imprenditoriale, finanziario e sociale. Ciò nonostante per la sinistra Soros è soprattutto un benefattore. La sua fondazione Open finanzia progetti e battaglie in favore di immigrati, associazioni gay e gender, ong e anche partiti politici, almeno a giudicare da +Europa.

Il centro sociale di Caserta nel mirino dell’Antiriciclaggio

Solo che in questo caso, e diversamente da quanto accade per la Lega di Salvini che i finanziamenti stranieri li ha sempre negati, il tutto non si configura come ingerenza. Di più: a dar retta a Libero, Soros avrebbe anche finanziato un centro sociale di Caserta gestito da un associazione, i cui vertici risultano indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. L’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere riguarda la gestione dei finanziamenti Sprar, acronimo che sta per Sistema di protezione e accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati. Sulla vicenda c’è anche una segnalazione inviata all’Antiriciclaggio. Ma nonostante ciò, nessuno ne parla. Evviva la libera informazione (quando c’è).

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