Su Cottarelli l’ennesima figuraccia del Pd: ritirato dalla corsa per la Lombardia per paura della Moratti
Carlo Cottarelli, re delle gaffe, ne combina un’altra: se alle elezioni Politiche scese in campo annunciando che avrebbe perso sicuramente contro la Santanché, stavolta si ritira prima ancora di correre, per paura di Letizia Moratti. E fa collezionare al Pd l’ennesima brutta figura. “Avevo detto, che, se fosse stata fatta una proposta da un’alleanza ampia e con una condivisone forte di programma, io l’avrei considerata seriamente. Ma così non è stato”, dice l’economista e senatore “ripescato” nel proporzionale dal Pd, in un’intervista a ‘Repubblica‘, nella quale annuncia di sfilarsi dalla candidatura per la presidenza della Regione Lombardia.
Cottarelli rinuncia alla Lombardia prima ancora di scendere in campo
L’alleanza alla quale puntava, sottolinea Cottarelli, era “quella fra liberal democratici (il Terzo polo) e social democratici (il Pd): ciò di cui ha bisogno la Lombardia e in generale l’Italia, per me. Ma al momento non ci sono le condizioni, dato che il Terzo polo ha annunciato sostegno per la Moratti”. Quello di Letizia Moratti “è un nome molto difficilmente accettabile, anzi, non accettabile dal Partito democratico e per validi motivi vista la sua storia politica, anche recente”.
Quanto alla possibilità di candidarsi da solo, Cottarelli spiega: “Per me era importante che ci fosse questa alleanza fra le due anime della politica italiana, anime che io non vedo bene a combattersi una contro l’altra. Sarebbe stata necessaria anche per battere la destra nazionalista e sovranista alle elezioni”. La scelta di Calenda, “è un errore secondo me, perché un ticket fra me e Moratti così non è possibile. Forse avrebbe potuto essere considerato se il Pd, principale partito della coalizione, avesse potuto esprimere il candidato presidente, la guida politica, tenendo Moratti come vice. Ma neanche questa ipotesi è percorribile, ora”. E conclude: “Che Moratti per il Pd non sarebbe stata accettabile, già lo sapevo. Io ho sperato in quell’alleanza ma non ci sono alternative al chiamarsi fuori, se il Terzo polo propone un nome che non può essere accettato”.
Fontana: “Meloni mi ha garantito che sarò candidato”
“Giorgia Meloni mi ha detto per la prima volta che sarei stato io il candidato del centrodestra in Lombardia a fine aprile, quando è venuta a Milano per la convention di Fratelli d’Italia, e me lo ha riconfermato più volte al telefono anche recentemente. Lo stesso hanno fatto Matteo Salvini, il presidente Berlusconi e Maurizio Lupi. Se il mio nome non è ancora stato ufficializzato dalla coalizione è perché si stanno definendo gli ultimi dettagli anche sulle altre Regioni al voto”. A dirlo in un’intervista a ‘La Stampa‘, è il governatore lombardo, Attilio Fontana, parlando della sua ricandidatura alle prossime elezioni regionali.
E annuncia: “Il 28 novembre all’Hangar Bicocca radunerò le menti migliori dell’economia, dell’università e del volontariato per pensare insieme la Lombardia del 2030. Tra gli altri ci saranno il mio primo predecessore Piero Bassetti, Marco Tronchetti Provera, l’ad di Eni Claudio De Scalzi e quello di Banca Intesa Carlo Messina, il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, Ettore Prandini di Coldiretti e Carlo Bonomi di Confindustria”.
Poi, replicando a chi gli chiedeva quanto gli ha fatto male l’addio della vice-presidente Letizia Moratti, Fontana sottolinea: “Al di là delle valutazioni politiche, mi è spiaciuto molto che la dottoressa Moratti abbia parlato di contrasti con il sottoscritto. Non c’è mai stato alcun contrasto. Anzi: insieme abbiamo sempre lavorato bene. Ha avuto il via libera su tutto quello che proponeva”. E’ pronto a governare con Fratelli d’Italia azionista di maggioranza del centrodestra? “In questi cinque anni – rimarca Fontana – la nostra coalizione è stata unita e non ci sono mai state fibrillazioni. La Lega è stata il primo partito ma non ha mai cercato di abusare della sua posizione. Immagino che lo stesso farebbe anche un eventuale nuovo socio di maggioranza”.