Tajani avverte le Ong: “Un conto è il soccorso dei migranti, un altro l’appuntamento in mare”
Al Consiglio Affari esteri l’Italia ha ribadito la necessità di accordi fra i Paesi europei e quelli da cui partono le imbarcazioni per risolvere il problema migratorio, che si risolve con una strategia a lungo termine: lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto in un punto stampa al Parlamento europeo di Bruxelles.
“Quando ci saranno quasi tre miliardi di persone in Africa, nel 2050, se non ci sarà stata un’azione forte, ci saranno sempre più persone che abbandoneranno il continente per venire verso il nord”, ha detto. “Ho iniziato il mio intervento al Consiglio partendo dalla Cop27 e dal tema del cambiamento climatico, che è strettamente connesso ai flussi migratori”, ha aggiunto. “Se non risolviamo quel tema, oltre a quello della salute e della pace, o del terrorismo, avremo sempre più persone che migreranno”, ha proseguito nella sua analisi. “Importante anche la stabilità del Medio Oriente, che significa ridurre flussi migratori attraverso i Balcani”, ha dichiarato. “Abbiamo posto questi temi con grande fermezza, ma nell’ottica di trovare soluzioni. Abbiamo iniziato un dibattito, speriamo di poter arrivare a una giusta conclusione nelle prossime settimane e mesi”, ha concluso Tajani.
“Non spetta alle Ong decidere dove distribuire i migranti”
Una posizione che il responsabile della Farnesina ha più tardi sintetizzato in un tweet. “Con grande fermezza l’Italia ha chiesto che il tema immigrazione venga affrontato a livello Ue. Una questione che interessa non solo i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ma anche quelli sulla rotta balcanica. Ringrazio i colleghi che hanno ascoltato le nostre ragioni”.
Capitolo a parte per quanto riguarda le Ong e il soccorso ai migranti. “Ci sono delle regole, c’è un codice di condotta e quello deve essere rispettato. Un conto è avere un soccorso in mare, altra cosa è avere un appuntamento in mare. L’appuntamento in mare delle ong “non va bene, perché non informano la Capitaneria di porto, la guardia di Finanze, si muovono in maniera autonoma, decidono loro dove andare, senza consultarsi con nessuno. Non spetta a un ente privato fare queste scelte. La verità è che dovrebbero essere le navi mercantili a fare il soccorso in mare”, ha spiegato Tajani.
E ancora, il ministro degli Esteri ha ribadito che in base al principio di sussidiarietà, l’Europa deve fare quello che gli Stati membri non possono fare da soli. “Non ci interessa dare la colpa ad altri Paesi o aprire fronti con altri Stati membri, ma risolvere i problemi”, ha detto. “L’Italia da sola non può risolvere questo problemi, 7 mila chilometri di coste sono la frontiera meridionale dell’Unione europea e quella frontiera va difesa da tutti”.
Tajani: “Non volevamo la polemica con la Francia, non ci saranno ripercussioni su altri dossier”
Sulle eventuali ripercussioni nei rapporti tra Parigi e Roma, Tajani ha escluso che il caso Ocean Viking si estenda su altri fronti. “Mi pare che le parole di Mattarella e di Macron siano molto chiare. C’è stato un confronto su un tema, ma non volevamo assolutamente aprire una polemica nei confronti della Francia, né della Germania. Abbiamo posto il problema dell’immigrazione: mi pare che gli altri dossier non c’entrino assolutamente nulla. Il testo della dichiarazione del Quirinale e quella dell’Eliseo sono molto chiari: non c’è alcuna ripercussione su altri dossier. Nessuno vuole aprire problemi sugli altri dossier. Abbiamo posto un problema che è reale anche per altri. Tanti Paesi hanno affermato l’importanza di decidere a livello comunitario”.
In Consiglio, continua Tajani, “sono stato fermissimo nella sostanza, ma nessun attacco ad altri Paesi, perché non ci interessa dare la colpa a questo o a quell’altro, o aprire fronti con altri Paesi Ue. A noi interessa risolvere i problemi: l’Italia da sola non può affrontarlo. La frontiera delle coste italiane va difesa da tutti. Intanto manteniamo le regole che ci sono e applichiamole. Mi sembra che nessuno volesse esacerbare i toni: vediamo come si potrà andare avanti. I toni oggi non erano toni di frattura: possono esserci visioni diverse, ma non siamo entrati nel dettaglio. Oggi è stato un dibattito politico – conclude – sul ruolo che l’Europa deve avere”.