Tim, Urso: «La privatizzazione fu una follia. Ora siamo costretti a recuperare quel disastro»
La privatizzazione di Telecom, 30 anni fa, fu «una follia». A dirlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo all’assemblea dell’Anci a Bergamo sul dossier Tim. «Puntiamo su una rete a controllo pubblico, che consenta alle città italiane, anche all’ultimo borgo, di avere la rete a banda larga», ha chiarito il ministro, aggiungendo che quello della rete unica è «un dossier d’emergenza» sul quale il governo è al lavoro per muoversi in tempi rapidi. Ugualmente, ha spiegato, si lavora sul dossier Ita, senza approcci ideologici, ma pensando solo all’interesse nazionale.
Urso illustra il dossier Tim e la necessità di una rete a controllo pubblico
Sul fronte Tim «ieri – ha spiegato il ministro – è stata fatta una riunione tecnica, con tutti gli attori istituzionali, per esaminare a fondo il dossier e consentire a palazzo Chigi di decidere in tempo utile, cioè nei prossimi giorni, su qual è la strada per realizzare in Italia quello che hanno altri Paesi e che abbiamo perso per la follia di 30 anni fa, quando fu privatizzata in quel modo la sesta azienda globale nel campo delle telecomunicazioni, cioè la Telecom». «Recuperare quel disastro – ha sottolineato Urso – è stato difficile, siamo costretti a farlo».
Su Ita «nessuna ideologia», solo l’interesse nazionale
Per quanto riguarda Ita, poi, «ci sarà un’analisi neutrale dal punto di vista ideologico», ha chiarito Urso, commentando l’ipotesi di assorbimento della compagnia da parte di Lufthansa. L’operazione Ita «deve finire con una partnership industriale». «Noi – ha ricordato il ministro – analizziamo i problemi come sappiamo farlo, con una neutralità. Non ci interessa il Paese, l’ideologia di quel Paese o il governo di quel Paese. Ci interessa realizzare, oggi, necessariamente, una compagnia di bandiera che tutela l’interesse nazionale nel campo turistico per esempio». Dunque, «l’importante è che sia un partner industriale capace, con un programma, che consenta lo sviluppo degli aeroporti e che consenta davvero al nostro Paese, ai cittadini di questo Paese, ma soprattutto – ha concluso Urso – ai cittadini del mondo che vogliono venire nel nostro Paese, di farlo in tempo significativo, reale e competitivo».
L’incontro di Urso con il francese Le Maire
Ma Urso oggi ha partecipato anche, a Parigi, alla riunione del Consiglio a livello ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea, in occasione della quale ha avuto anche un incontro con il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire. Al centro del colloquio, che il ministro ha definito «lungo, cordiale e franco», si sono stati le sfide europee di politica industriale e i principali dossier internazionali, a cominciare dall’emergenza energetica su cui «Italia e Francia – ha chiarito Urso – si trovano sulla stessa posizione».
Francia e Italia, ha riferito ancora Urso, hanno confermato in questa occasione la necessità di rafforzare il rapporto industriale bilaterale soprattutto in alcuni settori, come quello dell’energia, dei microprocessori, dell’industria della moda, della siderurgia e dell’automotive. Urso e Le Maire hanno inoltre parlato dell’autonomia strategica europea nella Difesa, Energia e Digitale, impegnandosi a incontri costanti, coinvolgendo anche l’altro grande partner industriale europeo, la Germania. Si è infine deciso di dar seguito ai gruppi di lavoro tematici, già previsti dal Trattato del Quirinale affinché si possano individuare le criticità e le opportunità per le valutazioni delle Autorità politiche.