Trump scatenato contro DeSantis: «È sleale». Poi conferma l’annuncio “speciale” per martedì
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump prima si è scagliato contro il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis, definendolo un amministratore “mediocre” e “privo di lealtà”. Poi ha confermato che martedì prossimo farà il suo “annuncio speciale” a Mar a Lago.
Trump su DeSantis: «Manca di lealtà»
DeSantis ha vinto con una valanga di voti nelle elezioni di midterm, sigillando il suo status di stella nascente più brillante del partito repubblicano. Di conseguenza è sempre più prevedibile che si candidi alla nomination del partito repubblicano alla Casa Bianca nel 2024. Ma Trump sembrerebbe sempre più propenso a ostacolarlo, grazie alla propria popolarità nella base del partito, e sarebbe un duro avversario per DeSantis.
In una lunga dichiarazione, ieri sera l’ex presidente ha liquidato il governatore della Florida come un politico leggero che si era rivolto a lui “in condizioni disperate” quando si candidava per il suo primo mandato nel 2017. «Ron ha avuto poca approvazione, sondaggi negativi e niente soldi, ma ha detto che, “se lo avessi approvato”, avrebbe potuto vincere», ha affermato Trump. «Ho anche sistemato la sua campagna, che era completamente andata in pezzi».
Trump e l'”annuncio speciale”
Donald Trump non cede alle pressioni e conferma che martedì prossimo farà il suo “annuncio speciale” a Mar a Lago. Con il comunicato stampa diffuso la notte scorsa, l’ex presidente spera così di stoppare gli amici, e nemici, che da martedì notte, quando è apparsa evidente la disfatta dell’esercito di candidati trumpiani alle elezioni di midterm, gli suggeriscono insistentemente di rinviare l’annuncio della sua nuova candidatura alla Casa Bianca.
Ballottaggio in Georgia
Magari per concentrarsi sul ballottaggio in Georgia, per sostenere Herschel Walker, una delle “creature politiche” di Trump rimaste in campo, come avverte pubblicamente uno dei suoi principali consiglieri, Jason Miller. La conferma della data del 15 novembre – che Trump aveva annunciato durante il comizio di chiusura della campagna lunedì scorso – era comunque prevedibile, dal momento che, avevano spiegato nei giorni scorsi fonti del suo entourage, per Trump, già infuriato per i cattivi risultati dei suoi candidati, sarebbe “troppo umiliante rimandare”.