Ucraina, è il Pd di Letta la vittima designata dei “pacifinti” a due piazze (Roma e Milano)

5 Nov 2022 10:38 - di Valerio Falerni
Letta

Ora che le piazze per la pace sono salite addirittura a due (una a Roma, organizzata dalla sinistra e l’altra a Milano, tendenza Calenda) come la famose pizze di Peppiniello di Miseria e Nobiltà, è possibile svilupparvi qualche riflessione a margine. La prima è figlia di un interrogativo che sorge spontaneo: che cosa è cambiato perché il Pd di Enrico Letta si trasformasse da cane da guardia dell’interventismo filo-ucraino in manifestante per il “cessate il fuoco“? Ricordiamo male o è lo stesso partito che ha rifiutato ogni ipotesi di accordo elettorale con un M5S larvatamente accusato di filo-putinismo, con il quale spartisce invece oggi la piazza romana?

Letta e Conte insieme a piazza San Giovanni

È vero che la politica è l’arte del possibile, ma pur sempre a condizione che le svolte non diventino giravolte. E che i passaggi che portano a cambiare posizione siano chiari e soprattutto pubblici. Nel caso di specie, invece, ci troviamo un Letta che, sotto braccio a Giuseppe Conte, scende in piazza per la pace quando fino a ieri era pronto a ricacciare in gola quella stessa parola a chiunque azzardasse a pronunciarla. Ne sa qualcosa Matteo Salvini, costretto per mesi a caricarsi dei più infami sospetti ogni qualvolta ha suggerito strade diverse dall’invio delle armi a Kiev. Esattamente quel che chiederà oggi pomeriggio il Pd in una manifestazione carica di ambiguità sia quanto alle motivazioni sia, soprattutto, riguardo alle finalità. Vale per il tema della pace, vale anche per il prosieguo delle relazioni a sinistra.

Calenda sfilerà a Milano

Non sfugge infatti a nessuno che il M5S tenterà di imprimere il proprio marchio sulla manifestazione, probabilmente riuscendovi, in nome della coerenza (in realtà inesistente) in materia. Ma l’effetto ottenuto sarà quello di far brillare ancor di più la crisi identitaria del Pd, guarda caso lo stesso obiettivo della kermesse milanese di Calenda. Non è un caso che il fondatore del Terzo polo abbia bollato come «piazza della resa» quella romana contrapponendovi la propria, presentata come quella limpidamente «pro-Ucraina». Un modo stringere nella morsa Letta, la vera vittima designata dei “pacifinti” oggi in piazza.

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