Ucraina, la Russia rientra nell’accordo sul grano: «Garanzie sufficienti». Erdogan esulta
La Russia ha deciso di rientrare nell’accordo sull’esportazione di grano e altri cereali raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul con la mediazione di Onu e Turchia. Lo ha reso noto il ministero della Difesa, secondo cui la «Federazione russa considera sufficienti le garanzie finora ricevute e riprende l’applicazione dell’accordo». La notizia del ritorno di Mosca nei termini dell’intesa siglata quattro mesi fa ha subito riscontrato il plauso di Tayyip Erdogan. Il leader turco si è intestato la paternità dell’operazione collegandola all’incontro da lui avuto con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu nonché al colloquio telefonico intercorso tra lui e Vladimir Putin.
Riprenderà l’esportazione di cereale
«L’accordo per la transizione di navi cariche di cereali nel Mar Nero – ha annunciato Erdogan al parlamento di Ankara – continuerà com’era prima della decisione della Russia di ritirarsi quattro giorni fa». Significa che l’accordo darà priorità alle spedizioni verso le nazioni africane, tra cui Somalia, Gibuti e Sudan. Una scelta in linea con le preoccupazioni della Russia secondo cui la maggior parte del grano avrebbe raggiunto le nazioni più ricche, in particolare quelle europee.
La Zakharova: «Russia disponibile a dialogo con Kiev»
Nel frattempo, sul fronte della guerra contro l’Ucraina appare degna di nota una dichiarazione di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Lavrov. «La porta per i colloqui con Kiev – ha detto in conferenza stampa – è sempre aperta, dalla parte di Mosca». La portavoce ha poi sottolineato che la Russia è sempre pronta ad avviare un processo negoziale. «Siamo sempre aperti a qualsiasi tipo di trattativa, a qualsiasi contatto, non chiudiamo mai la porta – ha puntualizzato la Zacharova -. I nostri esperti mantengono sempre un dialogo anche nelle situazioni più difficili con tutti coloro che ne esprimono il desiderio e l’intenzione. Allo stesso tempo – ha concluso – , ci affidiamo ancora una volta alla situazione sul campo, agli obiettivi e agli interessi nazionali».