Ucraina, per l’invio delle armi avanti con un decreto. Crosetto: “Mi aspetto l’impegno dell’opposizione”

29 Nov 2022 21:23 - di Redazione
Crosetto

Sull’emendamento per l’invio di armi in Ucraina intervengono a fare chiarezza due big del governo: il primo è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Il secondo è il titolare del dicastero della Difesa, Guido Crosetto. Entrambi spiegano ragioni e tempistica dell’emendamento al decreto Nato-Servizio sanitario in Calabria sulla proroga dell’invio armi in Ucraina, all’esame delle Commissioni Esteri-Difesa e Affari sociali in Senato, che è stato ritirato da parte dei relatori, dopo l’iniziale accantonamento. Entrambi partendo da un presupposto ineludibile: «Il governo non si è mai nascosto sulle necessarie autorizzazioni per l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere».

Invio armi all’Ucraina, Crosetto e Ciriani: la scelta dell’emendamento

Per l’esattezza, nel ricostruire la vicenda e sgomberare il campo da pretestuosi equivoci e incomprensioni dell’ultim’ora, il ministro Ciriani, al termine della riunione dei capigruppo in Senato, ha spiegato nel merito: «Il Governo non si è mai nascosto sul tema dell’invio delle armi in Ucraina. Il ministro Crosetto più volte ha ribadito la sua disponibilità a riferire alle Camere prima dell’invio, come prevede una legge approvata dal governo Draghi». Si tratta – ha quindi proseguito Ciriani – di prorogare gli effetti di quella norma che scade il 31-12. La scelta dell’emendamento è tecnica per rendere più veloce il deposito e garantire la conversione dello stesso entro fine anno».

«Non c’è nessuna volontà di nascondersi»

Quindi, «se ci sono le garanzie da parte dell’opposizione a convertire il decreto entro il 31-12, il Cdm prenderà in esame questa possibilità perché non c’è nessuna volontà di nascondersi». E ancora. Concludendo netto, Ciriani ha aggiunto: «Il Governo informerà sempre il Parlamento di quello che farà, secondo una procedura che è standardizzata: consenso del Parlamento. Azione del Governo. Controllo da parte del Copasir. Non cambia nulla a questo regime». E allora: potrebbe andare in Cdm giovedì? «Non lo so. Dipende dal calendario di Camera e Senato che è molto affollato. Ma se c’è la volontà di tutti – ha chiosato il ministro – credo che la cosa si possa fare».

Crosetto: sull’invio delle armi ci sarà un decreto

E se ancora non fosse abbastanza, anche il ministro Crosetto ha reso il suo chiarimento in merito alla vicenda. E ricollegandosi a quanto anticipato dal collega Ciriani, ha sottolineato a sua volta: «Come ha spiegato oggi il ministro ai Rapporti con il Parlamento, il governo non si è mai nascosto sulle necessarie autorizzazioni per l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere. In ogni caso ho chiesto al ministro Ciriani di ritirare l’emendamento in questione dopo che mi ha confermato l’impegno di tutti i gruppi parlamentari a calendarizzare un decreto sul merito della questione. E ad approvarlo entro il 31 dicembre 2022».

Armi all’Ucraina: tecnicismi, tempismo e impegni internazionali

«È ovvio – ha quindi aggiunto Crosetto – che se il decreto in questione non venisse fatto entro tale data, prevista dalla legge, cadrebbe la copertura giuridica con la quale lo Stato italiano sta dando seguito agli impegni internazionali presi in sede Ue e Nato con l’Ucraina. Impegni presi dal precedente governo, con presidente del Consiglio Draghi, ministro della Difesa Guerini, e governo sostenuto dal partito di Conte. Mi aspetto che i gruppi parlamentari di opposizione rispetteranno l’impegno che oggi ci ha portati, per dimostrare la volontà di dialogo e di rispetto del governo verso il Parlamento, al ritiro dell’emendamento in questione».

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