Velardi: «Nel Pd regressione verso il comunismo. E col congresso puntano solo a salvarsi il c…o»
Non ci gira intorno, Claudio Velardi: il tema centrale del dibattito congressuale del Pd è «salvarsi il c…o». Un pensiero espresso «cercando di sintetizzarne il merito politico in poche parole», che poi traduce in maniera un po’ più articolata, chiarendo che «la logica che presiede la lunga discussione iniziata dopo la sconfitta elettorale e che durerà fino a febbraio, se tutto va bene, è l’esigenza dell’attuale apparato dirigente di sopravvivere, magari mandando avanti la Elly Schlein di turno, sponsorizzata da Franceschini e presentata come novità della società civile», nonostante ormai da anni militi con incarichi elettivi di primi piano nelle file dem. Dunque, per l’ex dirigente Pci, che è stato anche stretto collaboratore di D’Alema premier, «il tema vero, su cui è difficile anche per me scherzare, è questo: il Pd, oggi, è un partito senza identità. Non sa più spiegare chi è e cosa propone per la società».
Velardi fa a pezzi il Pd: «Pensano solo a salvarsi il c…o»
Intervistato dal Giornale, Velardi ha sottolineato anche che, non pago, il Pd «nelle ultime settimane è riuscito a buttare a mare anche l’ultimo patrimonio identitario serio che gli restava». Il riferimento è «alla scelta inspiegabile di Enrico Letta di andarsi a prendere i fischi alla manifestazione dei pacifisti filo-Russia di Roma, gettando alle ortiche una scelta importante come quella di appoggiare la resistenza ucraina. Una scelta, quella sì, identitaria: l’Occidente, l’Europa, la difesa della democrazia liberale contro il violento imperialismo russo. E invece, puff… C’è stato persino qualche dirigente Pd – ha ricordato Velardi – che ha fatto avanti e indietro sul Frecciarossa per essere in piazza sia a Roma contro l’Ucraina che a Milano per l’Ucraina. Ma come si fa a non scegliere davanti a un bivio epocale del genere?».
Nella file dem una «regressione infantile e nostalgica verso il comunismo»
Così, mentre Conte «presidia una “sinistra” assistenzialista e sudista, con venature sovraniste», il Terzo Polo «prova a far sue le parole d’ordine riformiste» e Meloni, a dire di Velardi, «prova a prendersi la bandiera del governo Draghi», a una «parte del Pd» non resta che «la regressione infantile e nostalgica verso il comunismo, a testimonianza di un lutto mai elaborato». Uno stato delle cose che, per il giornalista e presidente della Fondazione Ottimisti&Razionali, è apparso quanto mai evidente con «il caso Valditara», ovvero «l’insensata polemica contro la lettera del ministro dell’Istruzione, che diceva una banale verità sulla tragedia comunista».
Il “caso Valditara” rivela «gli scheletri nell’armadio» degli ex Pci
Quanto accaduto, ha sottolineato Velardi nell’intervista firmata da Laura Cesaretti, «rivela che l’ala ex Pci del Pd ha un intero negozio di armadi pieni di scheletri. Altrimenti quelle cose avrebbero dovuto dirle loro. E invece abbiamo i Bettini e gli Orlando che riscoprono il fascino della lotta al capitalismo e delle passeggiate sulla Neva. Nell’avvilente silenzio dei “moderati” Pd, che li lasciano chiacchierare pensando “tanto poi comandiamo noi, e loro si occupano della salamelle alla Festa dell’Unità”. Senza capire – ha concluso Velardi – che così non resta più nulla su cui comandare».