Zerocalcare: “Meloni parla di nazione, è un codice neofascista”. Spiegategli che è nella Costituzione

2 Nov 2022 11:30 - di Vittorio Giovenale
Zerocalcare Meloni

«Quello che sta succedendo, dal decreto anti-rave alla repressione della manifestazione alla Sapienza, fa parte di una direzione che questo Paese sta prendendo. Sono episodi figli di una chiusura autoritaria che ha prodotto quel risultato elettorale»: intervistato da Repubblica, il fumettista Zerocalcare, disegnatore simbolo di una generazione e di una precisa area culturale, spara uno dei suoi deliri degni del suo iconico armadillo.

Zerocalcare a Repubblica in un mix di banalità e ignoranza

Michele Rech, al quale l’intervistatore Francesco Bei, 52 anni, dà il tu in un’intimità giovanilistica, risponde con toni morbosi, lontani dalla leggerezza e dall’ironia di certe sue strisce. Gli chiede Bei:”Tu hai paura?”. Una domanda che potrebbe suonare ridicola alla quale l’autore di “Strappare lungo i bordi”, forse contagiato dal clima di Halloween, replica con toni horror. «Io sono bianco, sono maschio e faccio parte dei privilegiati. Sarebbe ridicolo se ti dicessi che ho paura per me. Ma ci sono tutta una serie di soggettività che hanno motivo di preoccuparsi. Ma non per questo governo in particolare. È il Paese che è cambiato e questo governo di destra ne è solo la conseguenza».

Brividi di paura provocati dal governo e della Meloni, indotti principalmente dal decreto che blocca i rave abusivi. Norma in vigore in tutto il resto del mondo. A Zerocalcare non piace nemmeno l’idea del carcere ai mafiosi e agli autori di stragi. «In questa chiusura sui diritti civili ci metti anche il fine pena mai, il no alla revisione dell’ergastolo ostativo?», gli chiede Bei, in tono accorato. «Sì, la destra fa la destra anche su questo». Per poi arringare: «Sono trent’ anni che la sinistra parla del carcere solo per dire che Berlusconi deve andare in galera. Una cultura progressista si dovrebbe porre il tema di superare la visione del carcere come unica soluzione a tutto. Perché la galera produce sempre altra delinquenza, recidiva, alienazione». Bei pistolotti alla John Lennon e Yoko Ono degli anni ’70. peccato che Yoko Ono non abbia mai dato il via libera per far uscire dal carcere l’assassino del marito. Ma questa è un’altra storia.

La lucida analisi da pub di San Lorenzo dopo la mezzanotte

Nell’intervista zeppa di luoghi comuni da serata alcolica a San Lorenzo, non poteva mancare la dissertazione sulla destra italiana. La vignetta tracciata dal disegnatore romano è una caricatura banalotta. «Quella di Meloni è una comunità politica che, al di là di come si atteggia davanti alle telecamere, è in piena continuità con il neofascismo degli anni Settanta», dice Zerocalcare atteggiandosi a storico della Repubblica, inteso come periodo storico e non come quotidiano.

«Una volta giunta alla fine della traversata – sentenzia ancora – non mi stupisce che si tolga i suoi sassolini dalle scarpe. È il solito vittimismo. Raccontano la storia come fa comodo a loro, dimenticando che, in quegli anni, i neofascisti mettevano le bombe sui treni e nelle stazioni d’accordo con i servizi segreti». Insomma, una serie di banalità e di falsità degne dei “terrappiattisti”. Il “politologo” Zerocalcare spiega anche la destra dopo Fiuggi. «Non mi sembra che ci sia questa vocazione al superamento del fascismo. Mi sembra invece che alcune parole pronunciate in questi giorni sono state rassicuranti solo per chi voleva sentirsi rassicurato. La verità è che il codice linguistico è sempre quello, senza cesura. La nazione sovrana, i patrioti».

L’intervistatore si guarda bene dal correggere il “politologo” Zerocalcare: la Nazione non è nel “codice linguistico” della destra, ma nella Costituzione italiana. Qualcuno glielo spieghi a Zerocalcare. Se non lo capisce, magari gli faccia un disegnino.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *