Zingaretti non molla la poltrona. FdI: «Fa il “temporeggiatore” e non se ne va più»
Un addio che si prolunga clamorosamente nel tempo. Rinviato per l’ennesima volta l’esame del Collegato di Bilancio. «Come un giocatore di scacchi perdente, Nicola Zingaretti continua ad arroccarsi sulla scacchiera del potere. Non si dimette per consentire al Partito democratico il velleitario tentativo di ridare consistenza all’ammucchiata di centrosinistra ormai in disfatta». Lo affermano in un comunicato i consiglieri regionali del Lazio di Fratelli d’Italia.
Nicola Zingaretti predica bene e razzola male
«Come accaduto più volte, Zingaretti predica bene e razzola male», continuano. «Si erge a paladino delle regole democratiche, ma il primo a disattenderle è lui. Con il suo atteggiamento sta di fatto rinviando le consultazioni elettorali regionali, che si sarebbero potute tenere addirittura insieme alle Politiche. Ricordiamo inoltre che scadono i dieci giorni della diffida ricevuta dall’ormai ex Governatore, mentre l’8 saranno 30 giorni dalla data della sua proclamazione a parlamentare. La cittadinanza del Lazio ha bisogno di amministratori capaci, non merita di essere governata per imposizione».
Chiara Colosimo: «E il famoso partito delle poltrone?»
«Il presidente Zingaretti continua ad accampare qualsiasi scusa pur di non dimettersi». Lo dichiara a sua volta il deputato di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo. «Ieri era il collegato di bilancio, oggi la parifica della Corte dei Conti. Fra qualche giorno sarà l’inizio dei mondiali di calcio in Qatar. La cosa buffa è che proprio Zingaretti lasciò la segreteria del Pd “denunciando” il partito delle poltrone».
Zingaretti dovrebbe denunciare… se stesso
«Adesso, quindi, per coerenza, dovrebbe denunciare se stesso visto che di poltrone ne occupa due. Del resto in tutti questi anni il Pd ha dimostrato di poter fare miracoli moltiplicando concorsi e consulenze, ovviamente solo per i suoi. Ora, con la farsa che sta mettendo in scena il presidente della Regione Lazio, il Pd è diventato ufficialmente il partito delle doppie poltrone. O meglio ancora, delle Poltrone Doppie», conclude.