Altro che solidarietà. Il Qatargate mette a nudo una sinistra tutta portafoglio e zero ideali
Il Domani torna sul luogo del delitto (leggi Qatargate). E se tre giorni fa era stato il politologo Piero Ignazi a dirci che la destra non aveva diritto ad indignarsi, oggi ci pensa il filosofo Federico Zuolo a spiegarci la fava e la rava con il medesimo obiettivo. Entrambi non considerano una realtà molto semplice, e cioè che quel che l’inchiesta belga sta mettendo a nudo è un sistema. Qui non siamo di fronte a episodi di ordinaria corruttela, di quelli che purtroppo le cronache registrano con assiduità e non solo alle latitudini politiche. Assolutamente, no. Nel caso dell’euroscandalo è tutto diverso: c’è un’area politica (quella socialista), un’ideologia (i diritti umani) e uno strumento (le Ong).
Dal caso Soumahoro al Qatargate
C’è, in pratica, un’organizzazione sorretta da uno scopo e munita dei mezzi atti a realizzarlo. Peccato solo che il fine raggiunto sia opposto a quello dichiarato. È la stessa contraddizione che si riscontra, su scala ridotta, nel caso Soumahoro. Anche qui l’esondante retorica sull’accoglienza si scontra con le condizioni pietose in cui – a detta degli inquirenti – suocera e moglie del deputato di origini ivoriane tenevano i migranti loro affidati. In compenso, i soldi lucrati in nome della solidarietà finivano per foraggiare attività in Africa o per appagare il «diritto al lusso» (copyright Concita De Gregorio) di lady Soumahoro. Dirsi indignati rispetto a tutto questo è poco.
Fine della retorica buonista
Né serve – come fanno appunto gli editorialisti del Domani – invocare la desolante contabilità dei corrotti. È vero: ce ne sono anche a destra. Ma rappresentano casi personali che non configuravano un sistema. Nel loro caso non esistono infatti gli elementi riscontrati nel Qatargate. Questo lo capiscono tutti, persino i bambini. E spiega perché ad indignarsi oggi è anche parte di quella sinistra che vede inquinati i propri ideali. E allora, più che prendersela con la destra, il Domani o chi per esso farebbe bene a pretendere dal Pd una presa di distanza netta e chiara da un certo modo d’intendere e di praticare l’accoglienza e la solidarietà. Già, chi pensa che dopo il Qatargate si possa continuare su questi temi con la retorica un tanto al chilo, si sbaglia di grosso.