Berlusconi ottimista su manovra e riforme. E alla Meloni conferma: “Sempre pronto a dare consigli”

21 Dic 2022 9:04 - di Bianca Conte
Berlusconi

Dalla manovra alla pace in Ucraina, passando per un bilancio di queste prime settimane di governo, fino ai progetti di riforma in agenda: Silvio Berlusconi, in un’intervista a tutto campo al Corriere della sera, traccia una prima linea di demarcazione e rilancia i punti su cui Forza Italia si batterà, senza fare sconti. E considerandosi ancora l’asse centrale della coalizione. E su approccio  e operato di Giorgia Meloni in veste di premier asserisce: «Mi è parso assolutamente adeguato. Ho i contatti che servono, tutte le volte che servono. E non mi permetto di dare consigli a mezzo stampa al presidente del Consiglio. Lei sa bene che, se dovessero servirle, io sono sempre qui, pronto a darli». Infine, un punto fermo relativo relativo alle questioni interne al partito che presiede: «In Forza Italia della linea politica, per decisione di tutti, l’unico garante sono io».

Berlusconi a tutto campo: dalla manovra alle riforme

E allora, il consuntivo di Berlusconi al Corriere della sera parte inevitabilmente dalla manovra che si sta delineando. In merito alla quale il Cav commenta: «Diciamo che è il primo passo. Il governo di centrodestra ha dovuto affrontare una situazione molto difficile per colpa dello scenario internazionale e degli aumenti dell’energia e delle materie prime. Di conseguenza è rimasto poco per le riforme strutturali che ritengo necessarie. Nonostante questo, alcuni risultati concreti li abbiamo ottenuti. E in altre materie, come la giustizia, si sta lavorando nella giusta direzione».

Soddisfazione nel bilancio sulle prime settimane di governo

E sui primi obiettivi centrati, subito dopo sottolinea la soddisfazione per «l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli ultra-settantacinquenni. Stiamo lavorando per ottenere la detassazione e la decontribuzione per le assunzioni di giovani da parte delle imprese, che avrebbero la grande convenienza ad assumere con un costo uguale allo stipendio… Importante è anche aver ottenuto la proroga al 31 dicembre del termine per la presentazione delle Cilas per il Superbonus al 110%». Mentre, su cosa si aspetta da questo governo, e in che tempi, Berlusconi snocciola qualche punto programmatico.

Dai primi obiettivi centrati alle riforme strutturali in programma

Ed elenca: «Naturalmente ci aspettiamo molte cose, in cinque anni: la progressiva estensione della flat tax. Una riduzione della pressione fiscale. La riforma della giustizia ispirata a principi garantisti, sulla strada indicata dal ministro Nordio. Un incremento delle pensioni minime di 100 euro all’anno sino a 1.000 euro per tutti al quinto anno della legislatura. Come pure la detassazione e la decontribuzione totale delle nuove assunzioni di giovani». Tanti progetti, insomma, e una sinergia che punta a una collaborazione fattiva tra le forze della coalizione di governo.

Berlusconi ribadisce «cordialità e lealtà fra alleati»

Un assioma di partenza di cui Berlusconi ribadisce sostanza e importanza, anche quando l’intervista torna al momento del suo intervento alla festa per il decennale di Fdi, a proposito del quale, in merito a qualche perplessità sottolineata nelle ultime ore, il Cav asserisce senza se e senza ma: «Il mio intervento era improntato alla massima cordialità e lealtà fra alleati. Ed esprimeva grande stima per Giorgia Meloni. Se davvero qualcuno non lo ha gradito, la spiegazione va chiesta a loro, non a me».

Il Cav: «Sintonia con Renzi, ma gli italiani hanno scelto alle elezioni da chi vogliono essere governati»

Cordialità e lealtà che il Cav ribadisce anche quando dal Corsera gli vengono chiesti lumi sulla sua sintonia con Renzi dall’alto della partecipazione al governo di centrodestra. Un punto su cui il padre no bile di Forza Italia chiarisce nettamente: «Ho sempre stimato Renzi e ho sempre pensato che giochi in una metà campo che non è la sua. Certamente, se lo volesse, potremmo lavorare in sintonia su diversi temi ma gli italiani hanno scelto alle elezioni da chi vogliono essere governati».

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