Cacciari: il Pd è diventato un partito ministeriale, gregario. Servirebbe più umiltà”
La sinistra ha perso la sua vocazione sociale. Non ha speranza di sollevarsi se non recupera il “cuore del suo agire” ed esce dal torpore di anni di potere che ha trasformato il Pd in un partito ministeriale. Ancora una volta Massimo Cacciari strapazza la sua sinistra. Deludente, inadeguata, vecchia.
Cacciari: la sinistra ha perso il cuore del suo agire
Eppure tra operai che votano a destra e astensionisti ci sarebbe una prateria da conquistare. “Come hanno capito tutti quelli che negli ultimi vent’ anni sono passati rapidamente dal 5 al 30 per cento. Ma per farlo bisogna essere credibili nelle proposte”, dice a Repubblica il filosofo, già sindaco di Venezia. “E costruirvi attorno un radicamento sociale e territoriale. Frutto delle lotte che si compiono. Non di quelle fatte per portare le borse al capocorrente di turno. Invece vedo che nel Pd la discussione congressuale gira ancora su chi ha più immagine per fare il segretario“. Altro elemento centrale e trascurato dal partito di Letta: l’umiltà. “Giorgia Meloni cerca di essere umile, perché percepisce la delegittimazione che investe il sistema politico. Invece a sinistra tutti professori, e più perdono e più diventano arroganti”.
Al Pd serve più umiltà, quella che ha la Meloni
La sinistra, spiega Cacciari con lucida amarezza, non ha fatto nulla per compiere un nuovo inizio. “Non era facile, ma bisognava almeno provarci. Ciò presupponeva un’analisi sociale, politico-culturale e geopolitica. Un’indagine sul mutamento avvenuto. Invece si è preferito subire i processi, adeguandosi alle politiche neoconservatrici“. L’errore maggiore? “Non c’è stato alcun tentativo di rappresentare quei settori sociali che nella globalizzazione perdevano peso economico, sindacale e politico. Le misure adottate sono state poco più che pannicelli caldi. L’austerità il discorso dominante, come se fosse neutrale e colpisse tutti allo stesso modo. Oggi la destra guadagna proprio dove la sinistra ha “sbaraccato”. Il terreno dei diritti, poi, rischia di diventare un’ossessione.
“Bene i diritti ma anche la questione sociale”
“I diritti vanno bene, per carità, ma devono essere sempre affrontati in relazione a quelli sociali, previsti non a caso dalla Costituzione. Le disuguaglianze, la precarietà, il lavoro femminile, di cosa credete che discutono le masse?”, chiede il professore di filosofia poco appassionato al duello tra Bonaccini e Schlein, “Trovo sbagliato il metodo. Servirebbe una discussione radicale. Che prendesse atto della svolta epocale avvenuta con la nuova forma della globalizzazione, con il dominio del capitale finanziario”.
Il comitato degli 87 è una cosa ridicola
Il comitato degli 87 ? “Per carità! Una cosa ridicola. Le pare che i valori si scrivano a tavolino?”. Morale: il Partito democratico è diventato gregario, non ha una posizione autonoma, ha subito i processi. Gli anni di governo non sono stati salutari. “Il Pd si è trasformato in partito ministeriale. Mutamento che viene da molto lontano”. E invece dovrebbe rappresentare “i giovani, quasi tutti precari. Le donne, che sono le peggio trattate in Europa. La classe media impoverita. C’è chi parla di nuova plebe. A ragione. E allora occorrono i tribuni. Non demagoghi che durano un mattino”.