Cina, la nuova esplosione del Covid fa vacillare il “trono” di Xi, il leader più potente dai tempi di Mao
Il presidente cinese Xi Jinping ha rivolto oggi un appello per misure in grado “di proteggere efficacemente la vita della popolazione”, mentre la Cina sta fronteggiando una nuova ondata di Covid. Le dichiarazioni del presidente cinese, riportate dalla televisione di stato, sono il suo primo commento pubblico sulla situazione della pandemia dopo la decisione, presa all’inizio di dicembre a seguito delle proteste scoppiate in tutto il Paese, di allentare le rigide misure imposte dalla politica ‘Zero Covid”.
“Dobbiamo portare avanti una campagna di salute pubblica più mirata e costruire uno scudo solido contro l’epidemia”, ha detto ancora Xi. Non ci sono dati ufficiali della diffusione del virus in Cina dopo la revoca delle restrizioni, ma nei giorni scorsi il Financial Times ha riportato, citando affermazioni non ufficiali di funzionari sanitari cinesi, che sarebbero stati circa 250 milioni i contagiati nei primi 20 giorni di dicembre.
Il Covid morde, Xi Jinping stretto nella morsa del virus e delle contestazioni
‘Incoronato’ per la terza volta consecutiva all’incarico di segretario del Partito comunista cinese, Xi Jinping è emerso il 23 ottobre scorso dal XX Congresso del Pcc come il leader più potente dai tempi di Mao. Forte dei suoi tre titoli ufficiali, segretario generale, presidente della Repubblica e presidente della Commissione militare centrale, Xi vantava anche i suoi successi di comandante in capo della ‘guerra di popolo’ contro il covid, fatta di velocissimi test di massa, ospedali costruiti in tempi record, città di milioni di abitanti efficacemente sigillate, produzione di mascherine e messa a punto di vaccini assicurati. Una guerra all’insegna di rigidissime misure di contenimento imposte alla popolazione. Una risposta potente ad una malattia in un primo tempo sottovalutata e negata.
I costi della politica di lockdown duratura
Questa politica di prevenzione ha però finito per avere costi economici intollerabili, ha influito sul funzionamento delle linee di produzione, ha contratto la crescita e le esportazioni e fatto salire il tasso di disoccupazione tra i giovani, alimentando la rabbia di una popolazione isolata rispetto al resto del mondo nella sua gestione ‘Zero-Covid’ della pandemia. La collera è sfociata in manifestazioni di piazza, la protesta è diventata contestazione del governo di Xi Jinping, anche attraverso la semplice esibizione di fogli bianchi da parte dei dimostranti, per aggirare la censura e sfuggire alla repressione.