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Claudio Campiti, “il killer di Fidene”,  ha preso il reddito di cittadinanza fino a settembre 2022

Claudio Campiti, “il killer di Fidene”, ha preso il reddito di cittadinanza fino a settembre 2022

Cronaca - di Eugenio Battisti - 13 Dicembre 2022 - AGGIORNATO 14 Dicembre 2022 alle 07:59

Nuovi dettagli sulla vita e le abitudini di Claudio Campiti, il killer di Fidene. L’uomo di 57 anni che domenica mattina ha ucciso a colpi di pistola tre donne nel gazebo di un bar dove si stava svolgendo una riunione di condominio del Consorzio Valleverde a Roma. Campiti ha percepito il reddito di cittadinanza da aprile 2020 a settembre 2022. Lo hanno accertato definitivamente i carabinieri che stanno proseguendo nelle verifiche fiscali e patrimoniali nei confronti del 57enne. Secondo i primi conteggi l’uomo avrebbe percepito dallo Stato circa 9mila euro totali.

Il killer di Fidene percepiva il reddito di cittadinanza

Intanto è stata fissata per domani mattina l’udienza di convalida del fermo di Campiti. L’atto istruttorio davanti al gip si terrà alle ore 10 nel carcere romano di Regina Coeli, dove si trova l’assassino. Al cinquantasettenne la Procura, nell’inchiesta del pm Musarò coordinata dal procuratore aggiunto Prestipino, contesta le accuse di triplice omicidio volontario. Con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. E di triplice tentato omicidio, in riferimento alle persone rimaste ferite. E il porto abusivo di armi. Non si fermano le polemiche sul Poligono di tiro di Tor di Quinto, oggi sotto sequestro, frequentato abitualmente da Campiti. Da lì, infatti, l’uomo ha preso la pistola con cui ha eseguito la mattanza.

I carabinieri: più controlli sul porto d’armi

“Il caso del killer di Fidene solleva interrogativi sulla facilità con cui i cittadini con precedenti giudiziari o gravi disagi psicosociali possano accedere al porto d’armi. Con conseguenti problemi sulla sicurezza collettiva e sul carico di lavoro per il personale dell’Arma”. Così Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, associazione sindacale dell’Arma dei carabinieri. “Come Forze dell’Ordine – ha aggiunto – comprendiamo quanto sia importante per i cittadini sentirsi protetti. Ma è necessario che le istituzioni siano ancora più selettive sulle domande. Con verifiche approfondite sulle condizioni di salute e i precedenti civili-penali. Per evitare che i richiedenti siano fonte di disordine pubblico o violenze. Come nel caso di Campiti. Il libero accesso al porto d’armi non deve condurre l’Italia al Far West. Riteniamo che la giustizia spetti sempre alle Forze dell’ordine e non ai singoli”.

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di Eugenio Battisti - 13 Dicembre 2022