Concita De Gregorio è risentita: le mazzette alla sinistra? Attenti, fanno gioire la destra…
Concita De Gregorio cerca consolazione per lo scandalo che coinvolge esponenti della sinistra a Bruxelles nel giro di mazzette arrivato dal Qatar e, si scopre oggi, anche dal Marocco per influenzare la politica dell’Ue. Si tratta di corruzione internazionale. Non certo robetta.
Dunque lei evoca David Sassoli, uomo dedito alla trasparenza e alla legalità al contrario di altri in quella stessa area politica. Ma non può certo bastare quando, come lei stessa ammette, la “reputazione è nella polvere”. Purtroppo è l’immagine dell’Italia e rimetterci per la cricca di sinistra. Ma questo lei non lo dice. Lei si rammarica del fatto che a gioire per lo scandalo è la destra.
Lo scandalo è “uno strumento formidabile in mano ai detrattori dell’Europa: con che faccia, da che pulpito. Il godimento degli antieuropeisti nostrani, che hanno dovuto ingoiare il rospo dell’adesione formale – fingersi devoti, Mattarella pretendeva – all’Unione e ora possono dire: vedete, ecco cos’ è, questo vostro totem dell’Europa: una suburra”. Ma chi, da destra, si sarebbe espresso così? O ciò che irrita la De Gregorio è il fatto che la destra sottolinei, con scherno, l’ipocrisia della sinistra dedita ai diritti umani solo allo scopo di arricchimenti personali? Perché questo la destra ha detto, non altro.
Quindi la De Gregorio ripiega su Gramsci: le classi popolari devono istruirsi per scegliere bene i loro rappresentanti. Le istituzioni sono fatte dalle persone, infatti. E poi filosofeggia: “La denigrazione sistematica della cultura, la demonizzazione della competenza, l’epica dell’uomo qualunque a rappresentare l’uomo qualunque portata dai populismi e dalle destre ha questo, come scopo: eliminare il pericolo che il popolo elettore possa essere consapevole delle conseguenze dei suoi gesti”. Insomma, stringi stringi, se il popolo sceglie male i suoi rappresentanti la colpa è delle destre. Concita si consola così.
Solo nelle ultime righe arriva, dopo tanto sproloquiare, un po’ di verità. La De Gregorio deve ammettere ciò che tutti sanno: e cioè che “la sinistra sia da tempo, da molto tempo, un comitato di gruppi e di correnti dedito in primo luogo al mantenimento della sua porzione di distribuzione del potere”. E già, che scoperta. Una rinnovata delusione per lei. “Che voglia di astenersi, di andarsene. E difatti: l’astensione, primo partito. Non lamentatevi, se la destra governa. È anche per questo. È, direi, soprattutto per questo”.