Cultura, Sangiuliano: «Per gli Uffizi si pagano 12 euro, per il Louvre 17. Valgono meno?»

1 Dic 2022 15:52 - di Redazione
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Dall’identità culturale come base dell’identità nazionale al patrimonio artistico come motore economico, fino ai sostegni per i diversi settori del comparto e all’uso delle nuove tecnologie per rafforzare conoscenza e fruibilità dei nostri beni. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha illustrato le linee guida programmatiche del suo ministero nel corso di una lunga audizione davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato. «L’identità della nazione è soprattutto identità culturale, oltre che linguistica e geografica», ha ricordato, citando l’articolo 9 della Costituzione: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».

Sangiuliano: “Il Pnrr è assoluta priorità del ministero”

Sangiuliano, quindi, ha chiarito che «l’assoluta priorità» del suo ministero «consiste nell’attuazione degli investimenti del Pnrr, rispettando i tempi e gli obiettivi previsti» e tenendo presente che si tratta di un piano messo a punto da chi lo ha preceduto, nel quale ci sono anche contenuti che «destano alcune perplessità, soprattutto in sede attuativa». Dunque, laddove fosse possibile, qualcosa sarà cambiato. Saranno invece mantenute e rafforzate le unità di missione e le strutture di controllo che vigilano sull’attuazione del piano e contro le infiltrazioni criminali. «Il ministero della Cultura – ha chiarito Sangiuliano – è titolare di interventi per 4 miliardi e 275 milioni di euro».

Le misure fiscali a sostegno della cultura

Dal punto di vista delle misure a sostegno del settore, il ministro ha parlato dell’urgenza e della necessità di estendere «l’Art Bonus al settore privato (Istituti culturali, Fondazioni e imprese), ampliando la platea dei beneficiari del credito fiscale»; della possibilità di introdurre un meccanismo di tax credit per le produzioni dei teatri privati; della necessità di «aumentare il senso di sicurezza sociale» dei lavoratori dello spettacolo, «che è per sua natura un lavoro precario». «Lo Stato deve farsi carico di una maggiore sicurezza sociale e previdenziale per gli artisti, per essere al passo con l’Europa», ha spiegato Sangiuliano, parlando poi dell’istituzione di un albo nazionale delle agenzie degli artisti «regolamentato sulla base della trasparenza e lo studio dei meccanismi di controllo dei rapporti tra agenzia ed ente quando si tratta di produzioni finanziate dallo Stato»

Gli interventi per sostenere il cinema

Un sostegno particolare, poi, va orientato sul cinema, che registra ancora presenze in sala ridotte del 58% rispetto a prima della pandemia, contro il 40% della Germania, il 30% della Francia, il 27% del Regno Unito. «Una crisi che si è innestata su una situazione già critica», ha sottolineato Sangiuliano, ricordando la riduzione del prezzo del biglietto per i film italiani e parlando della necessità di affrontare «al più presto il tema delle finestre di programmazione». Va «subito messo a regime il nuovo sistema di crediti d’imposta calcolato sui costi di funzionamento delle sale e il potenziamento dei Tax credit che agevolano gli investimenti relativi all’adeguamento tecnologico, funzionale e strutturale delle sale cinematografiche», ha poi aggiunto il ministro, parlando poi della Mostra del Cinema di Venezia come di una «eccellenza assoluta che va supportata» e della necessità di integrare l’attività di Cinecittà con quella del Centro Sperimentale di Cinematografia.

La necessità di rivedere i meccanismi del Fus

Sul Fus il ministro ha sottolineato l’importanza di «rivedere i meccanismi normativi che riguardano l’iter di approvazione dei progetti e l’erogazione dei contributi” del Fus», da un lato aumentando i controlli preventivi e successivi sul suo effettivo utilizzo e, dall’altro, modificando i parametri in ottica premiante, poiché «attualmente il Fus premia la quantità e non la qualità». «Il problema non riguarda spesso la carenza di fondi, ma l’efficacia stessa del sistema nel quale si sono stratificate consuetudini», ha detto, aggiungendo che «il Fondo dovrà diventare un investimento dello Stato sui propri talenti, con risorse mirate a incrementare una comunità e il suo tessuto artistico nazionale. L’Università e la scuola andranno sostenute in progetti di formazione di figure professionali dello spettacolo (cantanti lirici, maestri collaboratori, direttori d’orchestra, ballerini, tecnici, scenografi, light designer, ecc)».

L’ipotesi di ridurre l’Iva su beni e servizi culturali

Il ministro ha quindi illustrato l’ipotesi, «previa attenta valutazione degli effetti economici, che devono andare a vantaggio anzitutto del consumatore finale», di introdurre nel sistema fiscale un meccanismo di detrazione delle spese per l’acquisto di beni e servizi culturali assieme all’abbassamento dell’Iva su alcuni di questi prodotti. E la sua intenzione di «introdurre norme di incentivazione affinché i Comuni ed altri soggetti pubblici affittino a canoni simbolici locali di loro proprietà per realizzare librerie», che «sono insieme luoghi di cultura e di aggregazione, capaci di rivitalizzare contesti trascurati».

L’impegno di Sangiuliano per riportare a casa le opere d’arte trafugate

«Le città italiane sono identitarie dotate di peculiarità storiche. Esse mantengono l’impronta della loro storia, della loro arte, della loro tradizione civile e religiosa. Dei 7904 Comuni italiani il 69% è sotto i 10 mila abitanti. Ognuna di esse come osservò anni fa il sociologo americano Putnam ha un’anima civica. La cultura riflette il modo di vivere di una città. Dobbiamo aiutare la conservazione e la promozione di questa pluralità», ha detto Sangiuliano, spiegando di essere anche impegnato in ambito Ue «per rafforzare il coordinamento delle politiche culturali dei Paesi membri». «Sarà nostro compito quello di valorizzare le comuni radici storiche, religiose e sociali e promuovere i valori comuni tenendo sempre presente, quando necessario, la tutela dell’interesse nazionale», ha chiarito, spiegando inoltre che grazie alla attività del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri e del comitato restituzioni del MiC, «è in via di finalizzazione una intesa con la Germania, mentre sono in corso trattative con importanti istituzioni museali americane» per «riportare nel nostro Paese, a beneficio della comunità nazionale e dei visitatori stranieri, beni culturali trafugati o in generale esportati illegalmente all’estero».

La digitalizzazione dei beni culturali: sì alla tecnologia Nft. Il Metaverso? Si vedrà

«Va sostenuta la digitalizzazione dei beni culturali, anche applicando alle opere d’arte pubbliche italiane la tecnologia Nft che permetterà di veicolare nel mondo le bellezze italiane, di portare a conoscenza all’estero e anche in Italia le nostre meraviglie composte da monumenti, opere d’arte, luoghi culturali pubblici attraverso una vendita di una riproduzione digitale, anche in 3D , un pezzo unico, con numero di certificato di proprietà, che a sua volte può essere rivendibile, ma lo Stato italiano manterrà sempre una percentuale dei diritti legati a quella riproduzione digitale del bene», ha detto Sangiuliano, spiegando che «a questo fine occorre prevedere strumenti normativi adeguati per proteggere il patrimonio rispetto a uno sfruttamento illecito a mezzo della tecnologia blockchain e all’interno del Web. Per quanto riguarda il metaverso dovremo anche approfondire rischi e opportunità della fruizione virtuale del patrimonio culturale, strumento utile ma che non potrà mai sostituirsi alla realtà».

Non solo grandi musei: la sussidiarietà per valorizzare i siti “ingiustamente definiti minori”

La capacità italiana, però, deve essere quella di «portare il circuito turistico sia nazionale che internazionale su quei siti meno noti che più hanno al loro interno tantissima qualità». «In molte situazioni di siti ingiustamente definiti minori, e proprio nella prospettiva della accessibilità, la gestione statale diretta – ha chiarito il ministro – potrebbe essere anche sostituita dalla concessione a realtà del territorio, che si impegnino a garantire un’apertura costante, secondo il principio della sussidiarietà. Si può anche pensare ad una strategia di lungo periodo che può portare alcuni grandi musei a generare nuovi spazi espositivi (magari anche in altre città) come hanno fatto alcuni grandi musei internazionali».

Sangiuliano: “Il biglietto degli Uffizi è a 12 euro, valgono meno del Louvre che ne costa 17?”

Quindi, non solo Uffizi, Museo Archeologico di Napoli o Parco Archeologico del Colosseo, rispetto ai quali Sangiuliano ha presentato alle commissioni Cultura di Camera e Senato una tabella comparativa con i musei esteri. «L’ho fatta sviluppare. Io qui la leggo soltanto. Poi le riflessioni le fate voi», ha detto il ministro, informando i parlamentari sul fatto che «attualmente il biglietto per il Colosseo è di 18 euro. Pompei 16 euro (18 euro da gennaio). Il Museo Egizio di Torino 15 euro. La Torre di Pisa 14 o 20 euro a seconda delle sezioni che volete visitare. La Reggia di Caserta 14 euro. Gli Uffizi 12 euro. Il Museo Pergamon di Berlino costa 12 euro. Versailles 20 euro. La Torre Eiffel dai 20 ai 28 euro. Il Louvre 17 euro. Il Partenone 20 euro. La Sagrada Familia 26 euro. La Casa Batlló 23,50 euro. Il Museo di Storia naturale a Vienna 14 euro. Mi domando, e domando a voi, gli Uffizi il cui biglietto costa 12 euro, valgono meno del Louvre che ne costa 17?». «Il sito statale più visitato con 9 milioni e 330mila visitatore nel 2019 non è un museo a pagamento, ma è il Pantheon. Un accordo del 2016 con la Diocesi di Roma aveva previsto l’introduzione di un biglietto di ingresso di soli 2 euro nel pieno rispetto delle funzioni di culto del luogo che da 1.400 anni è anche una Chiesa. Quell’accordo, che avrebbe potuto portare risorse preziose per questo come per altri monumenti, non è mai stato attuato».

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