È caccia ai rapitori di Danilo Valeri. Un testimone: “Caricato in auto da un giovane di colore”
Si chiama Danilo Valeri il ragazzo di vent’anni portato via la notte scorsa da un locale di viale di Ponte Milvio da alcune persone. La procura di Roma ha aperto un fascicolo affidato ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Gli investigatori stanno ricostruendo quanto avvenuto all’esterno del locale Moku, dove il giovane è stato rapito. Si analizzano le telecamere presenti nella zona a caccia dell’auto sulla quale è stato fatto salire Valeri prima che se ne perdessero le tracce.
Il padre di Danilo Valeri gambizzato per debiti di droga
Danilo Valeri è figlio di Maurizio Valeri, soprannominato ‘il sorcio’ noto alle forze dell’ordine per reati di spaccio e gambizzato per dei debiti di droga. Secondo gli inquirenti, gestirebbe una piazza di spaccio nel quartiere San Basilio a Roma. L’uomo era stato gambizzato alcuni mesi fa per debiti di droga.
“Un giovane di colore l’ha caricato in auto”
“Un ragazzo di colore è andato a prendere Danilo Valeri e lo ha fatto uscire fuori dal locale. Poi è stato fatto salire in macchina. E si sono anche abbracciati”. È quanto dice a LaPresse il Pr che lavora nel locale Moku a ponte Milvio.”Inizialmente – racconta il pr – i buttafuori non lo avevano fatto entrare. Si è poi creato un momento di caos e dei tafferugli, durante i quali il ragazzo di colore è riuscito però a entrare all’interno del locale”.
Ponte Milvio, i residenti: “Qui ogni notte è il caos”
“Preoccupato? E’ il minimo, con la preoccupazione qui conviviamo. Sono però stufo, stufo di quello che noi commercianti troviamo la mattina al momento di tirar su la saracinesca: bicchieri, fazzoletti sporchi di sangue, vomito”. E il racconto che fa all’Adnkronos un commerciante di viale di Tor di Quinto, a pochi metri dal ristorante giapponese Moku, dove nella notte un gruppo di persone ha fatto irruzione per portare via Danilo Valeri. “Qui la notte succede il caos più totale, mi sono spostata a Parioli e in zona Ponte Milvio ormai lavoro solo lì – aggiunge Carlotta – Mia figlia, che ha 16 anni, ormai va altrove a divertirsi perché adesso i coetanei si divertono a uscire coi coltelli e con quelli a pungere i passanti sulle gambe, senza motivo. E poi quello che troviamo in strada. Ma che aspettano a intervenire?”. “