Delirio tv di Montanari contro la Meloni: «Odia i poveri». Ma il furore ideologico non attacca più (video)

6 Dic 2022 15:54 - di Chiara Volpi
Montanari Meloni

«Odia i poveri»: è l’ultima esternazione delirante di Tomaso Montanari contro Giorgia Meloni e il governo. Il critico, pronto a stupire con i soliti effetti speciali, tanto ideologizzati quanto avulsi dalla realtà dei fatti, sulla manovra – pensata e strutturata per le famiglie, le imprese e le fasce di popolazione in difficoltà – coglie l’assist di Lilli Gruber, che offre al suo ospite sul piatto d’argento la possibilità di esibirsi in una delle sue proverbiali performances al vetriolo contro esecutivo e premier. Sfoghi molto avvelenati, e assai meno concentrati sui dati. E così, alla domanda sul tema, il critico – nella logora veste di commentatore eretto a guru ben più radical dell’intellighenzia chic a cui farebbe riferimento – replica: «È un governo che lavora per i ricchi e contro i poveri». Giù il sipario? Neanche per sogno. Per il finale a effetto ce ne vuole…

L’attacco di Montanari alla Meloni

E infatti Montanari, ebbro della possibilità mediatica di sputare sentenze e verdetti inquinati dal solito ristagno di acque torbide, ne approfitta subito per rincarare anche la dose di cicuta da miscelare nella successiva esternazione (perché di quello si è trattato, più che di una critica sui dati e sui fatti) in cui l’ospite della Gruber tuona insidiosamente: «C’è un vero e proprio odio per i poveri». Cosa glielo faccia dire, però, non è dato saperlo… Ma nel salotto tv della sinistra più veemente e militante, si sa, basta l’attestazione di risentimento per validare un’ affermazione.

La supercazzola al vetriolo: tanto veleno e pochi dati

Tanto che, rinvigoritosi dopo l’ultimo exploit, il prof prosegue: «La sostanza della manovra economica era obbligata. Lo sapevamo che ci sono dei margini molto stretti. Quello che cambia sono gli accenti simbolici», recita la “supercazzola”. E giù, dopo tanto astrattismo, con un po’ di funambolismi retorici cesellati a tratti di cubismo. Destrutturare e cambiare la carte in tavola: sempre questo il gioco della serata tv proposto da Montanari. Che infatti, di lì a breve, aggiunge la sua sulla stretta promessa da palazzo Chigi sul reddito di cittadinanza. Accusando – assai poco ingegnosamente – il governo di aver assunto un «atteggiamento punitivo».

Montanari sul cavallo della polemica anti-Meloni della sinistra

Non solo. Perché a proposito di promozioni e bocciature, già che c’era, perché non inserire nel calderone delle recriminazioni le errore interpretazioni del termine “merito” nell’istruzione, ha proseguito lo storico dell’arte, riferendosi a una polemica cavalcata da sinistra contro il ministro Valditara? E da lì, giù con un succoso minestrone che mescola di tutto e di più. Un plot talmente astruso che ci porta a interrogarci seriamente su quale film abbia visto Montanari: perché davvero non riusciamo a decodificarlo.

I fatti e gli altri ospiti in studio però lo disarcionano…

Sappiamo però che la sceneggiatura dello psico-dramma da improvvisare a favore di telecamera è un evergreen, che mal si declina però, stavolta, al format di base. Già, perché per quanto il professore si sia infatti dichiarato convinto dell’assioma secondo cui il governo abbia un’ostilità verso i cittadini meno abbienti, costrutto, articoli e numeri della manovra indicano l’esatto opposto di quanto asserito con veemenza da Montanari. E con tanto di timbro presidenziale del premier che ha assicurato aiuti alle famiglie e alle fasce più deboli, prevedendo ad esempio un aumento delle pensioni minime.

Cacciari e la Sattanino asfaltano (e smentiscono) Montanari a dovere

I conti non tornano, insomma. E non per niente il primo a farlo notare al critico Montanari è un altro ospite della Gruber, Massimo Cacciari, che da professore a professore, asfalta il collega. E con sommo disappunto, asserendo: «Un po’ di onestà intellettuale, dai. Che i poveri siano sempre più poveri e non ci sia da anni una politica redistributiva non sono cose che troviamo oggi perché c’è la Meloni». Un’affermazione che, peraltro, a stretto giro trova il conforto anche dell’opinione della giornalista Mariolina Sattanino, presente in studio, e sollecita nel riconoscere: «Diciamolo che ci sono anche provvedimenti a favore dei redditi più bassi… Dire che odia i poveri mi sembra un fatto ideologico». Non c’è altro da aggiungere…

 

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