Dialoghi sul Mediterraneo, Meloni: ci vuole più Europa. Non possiamo gestire da soli i flussi
Interdipendenza, resilienza, cooperazione: sono i tre punti cardine attorno a cui ruota il discorso che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto nella sessione conclusiva dell’ottava edizione dei Dialoghi sul Mediterraneo di Roma che si è svolta all’Hotel Parco dei Principi della capitale. Un intervento, quello della premier, basato su un presupposto fondamentale che la sua relazione pone nell’incipit, rilanciando le parole del ministro Tajani: «L’Italia è fortemente impegnata con questo governo a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo». Una relazione ricca di spunti e di riflessioni, in cui la Meloni ha affrontato criticità e prospettive in agenda sulle tante tematiche in attesa di risposta. E rispetto alle quali, ha sottolineato il presidente del Consiglio a nome del governo, «siamo consapevoli che solo creando uno spazio di prosperità condivisa potremo attraversare in modo efficace le troppe sfide epocali. Dalla salute ai cambiamenti climatici». Passando per i flussi migratori.
Meloni: «L’Italia è fortemente impegnata a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo»
Un nodo nevralgico, quello delle migrazioni attraverso il Mediterraneo, a cui la Meloni, intervenendo all’evento ha dedicato ampi spunti di riflessione. A partire dalla considerazione enucleata nel suo discorso, secondo cui «i Dialoghi sul Mediterraneo di Roma vogliono contribuire a rafforzare i meccanismi di cooperazione regionale. E a mobilitare l’impegno dei nostri partner verso un’area che è centrale. Non solo per gli interessi dell’Italia, ma degli interessi strategici comuni. Dialogare sulle sfide del Mediterraneo – ha perciò evidenziato la premier –è ovviamente un’occasione di confronto preziosa e irrinunciabile. Poterlo fare qui a Roma, nel cuore del bacino dove Europa, Africa e Asia si incontrano, per noi è un motivo di orgoglio. Ma, al contempo, la presa in carico di una grande responsabilità. Questa è la ragione per la quale ci tenevo a essere presente a questa edizione».
Di seguito, l’intervento integrale della premier Giorgia Meloni nella sessione conclusiva dell’ottava edizione dei Dialoghi sul Mediterraneo di Roma
Meloni sui flussi migratori: il rilancio di un Piano Mattei per l’Africa
Una presenza attraverso la quale il presidente del Consiglio ha potuto ribadire alcuni punti fermi sulla questione del flussi migratori, già enucleati – come ha ricordato la stessa Meloni nel corso del suo intervento di oggi – già il giorno dell’insediamento a Palazzo Chigi. Ossia: «L’Italia si fa promotrice di un piano Mattei per l’Africa, un approccio che prendendo esempio da un grande italiano come Enrico Mattei, non abbia una postura predatoria ma collaborativa. Rispettosa dei reciproci interessi. Fondata su uno sviluppo che sappia valorizzare le identità di ciascuno». Perché: «Una solida geopolitica del dialogo – ha precisato la premier – si può costruire e consolidare nell’area solo muovendo dalla consapevolezza delle nostre identità culturali e valoriali. Dalla constatazione che la nostra prosperità non è possibile se non c’è anche quella dei nostri vicini».
«Il Tassello indispensabile dell’europeizzazione nella gestione dei rimpatri»
Pertanto, ha quindi aggiunto a stretto giro, «ci vuole più Europa sul fronte sud. Da soli non possiamo gestire un flusso con dimensioni ormai ingestibili – ha spiegato la Meoni –. Occorre che l’Europa realizzi con urgenza un quadro di cooperazione multilaterale, con un incisivo contrasto ai flussi illegali. Altrimenti – ha messo in guardia la premier – molte delle politiche europee rischiano di essere incomplete, se non collocate in una più ampia dimensione mediterranea». Considerazioni che hanno aperto ad un’altra prospettiva enucleata da Giorgia Meloni: quella del tassello indispensabile dell’«europeizzazione nella gestione dei rimpatri».