Dietro l’attentato di Atene la rete anarchica nata a Torino: timore per altri obiettivi italiani
La modalità dell’attentato di Atene a Susanna Schlein non lascia dubbi agli inquirenti. La consigliera d’ambasciata italiana è stata seguita e quindi dietro alle molotov non c’è solo qualche balordo. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine. Non è escluso che si procederà per terrorismo. «È salva per miracolo perché per fortuna non è esplosa la molotov piazzata sotto la macchina vicina all’impianto del gas che è sotto la camera da letto della sua famiglia», ha spiegato il ministro degli esteri Tajani.
«È il modus operandi degli anarchici», conferma a La Stampa un funzionario di sicurezza che ha in mano il dossier. Il nome che fa da filo rosso è quello di Alfredo Cospito, 55 anni, originario di Pescara, attualmente in carcere al 41 bis e ritenuto il capo del Fai, la rete anarchica internazionale.
Il patto eversivo tra anarchici italiani e quelli greci
Da oltre un mese Cospito ha iniziato lo sciopero della fame. La rete anarchica internazionale da giorni si sta mobilitando per lui. Come ricostruisce La Stampa ci sono state«iniziative in Italia, in Europa, e persino in Oregon. Oltre alla condanna per la gambizzazione, negli anni scorsi Cospito è stato ritenuto colpevole con altri anarchici di associazione con finalità terroristiche, attentati eversivi, strage, istigazione a delinquere. In questi giorni attende una pronuncia definitiva della Cassazione, su uno dei filoni di accuse».
Come ricostruisce il quotidiano torinese la Fai è un’internazionale del terrore e dell’eversione. C’è un asse privilegiata tra anarchici itaiani e quelli greci. «Il testo chiave è questo: “Non siamo così pochi”. Tre i punti cardine dell’accordo: «Azione diretta distruttiva come elemento indispensabile e imprescindibile, dal lancio di molotov all’assassinio». Secondo: «Perenne rivolta contro l’esistente». Terzo: «Solidarietà rivoluzionaria internazionale».
Dietro l’attentato di Atene, la “vendetta” per il carcere duro ad Alfredo Cospito
La capitale di questa rete, come una vera multinazionale, ha sede a Torino. Qui, «nel 1997 le idee del rivoluzionario-filosofo Alfredo Maria Bonanno, punto di riferimento nel panorama nazionale, prendono vita e alimentano menti. Il 20 giugno, in una casa, le forze dell’ordine, durante una perquisizione, trovano un documento. Il testo-base della Fai: «Prospettive operative comuni contro la repressione dei compagni». In quella Torino muove i suoi primi passi proprio Alfredo Cospito, all’epoca trentenne. «Scrive e infiamma il dibattito cittadino. Proietta scenari «lottarmatisti», predica violenza, parla di azione «diretta e distruttiva». Con lui c’è Anna Beniamino, all’epoca 27enne, considerata dagli apparati investigativi, Ros e Digos, altra teorica del gruppo.
Come ricostruisce il reportage, la sigla Fai compare nel 2003. «Da quell’anno vengono inviati pacchi bomba all’allora presidente della commissione europea Romano Prodi, agli ex sindaci di Torino e Bologna, Sergio Chiamparino e Sergio Cofferati». Poi ordigni incendiari il 5 marzo 2007 nel lussuoso quartiere torinese della Crocetta, il 24 maggio 2005 un pacco bomba ai vigili San Salvario. E ancora: il 2 giugno 2006 davanti all’ex scuola allievi carabinieri di Fossano esplodono altre bombe. La Fai rivendica le azioni. «Il salto di qualità arriva il 7 maggio 2012, subito dopo il patto: nel centro di Genova viene gambizzato l’ex amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi». Ieri l’attentato esplosivo al quale Susanna Schlein è scampata per miracolo. La tensione resta alta e il timore di tutti che possano avvenire altri attacchi. E, come conferma l’attentato di Atene, tutto tranne che dimostrativi.
Nelle foto, la polizia greca, Alfredo Cospito in tribunale.