Floris sbertuccia Speranza sul nuovo nome del Pd. Figuraccia, pubblico e studio si sganasciano (video)
Se ti ridono in faccia anche in un salotto “amico” è la fine. Roberto Speranza se la vede malissimo a DiMartedì da Floris dove pure un tempo da ministro della Salute era tenuto in palmo di mano quando faceva il punto sulla pandemia. Tentando di rendere digeribili misure chiusuriste che altri paesi d’Europa avevano abbandonato da un pezzo. Ora il conduttore continua ad invitarlo per interrogarlo sul futuro del Pd, di Articolo 1 e della sinistra. Ma lo espone a figuracce e a onde di ilarità collettiva che avrebbero fatto invidia al Bagaglino di Castellacci e Pingitore dei tempi d’oro.
Il pubblico si sganascia, Floris ridicolizza Speranza sul Pd
Speranza nelle vesti di esponente del centrosinistra si imbarca in un argomento per il quale gli sfottò diventano quasi obbligati. Parlando del prossimo congresso del Pd non parla di idee, di candidature, di correnti, di faide interne. No, inizia dal nome del partito appoggiando la “genialata” del sindaco di Bologna Lepore di cambiare nome, da Pd in Partito democratico e del Lavoro. «Interessante e intelligente, il simbolo di un cambiamento», dice convinto Speranza come se si trattasse del tocco di classe per restituire gloria e successo al partito di Letta. Floris non si trattiene e lo interrompe: «Vabbè, tipo istruzione e merito». Lo studio ride di gusto per la battuta. Il conduttore sembra divertirsi un mondo. E’ un fatto che le “macerazioni” del Pd si prestano molto al ridicolo di questi tempi, tra incoronazioni alla Schlein, che non ha neanche la tessera del partito, ma che beve dalla borraccia ecologica, come ha osservato estasiata Cuzzocrea dalla Stampa.
Santoro e Floris mettono il carico da undici: figuraccia
Tra le risate che suscita il nuovo nome – Partito democratico del Lavoro – spunta in studio Michele Santoro che infierisce su Speranza: «Hanno messo la “e” tra la “D” e la “L” se no sembrava Pdl, come quello di Berlusconi». Tutti ridono, Floris fatica ad ascoltare e si fa ripetere la battuta. Poi si sganascia. E con lui, Alessandro Giuli, presente in studio. Speranza prova a rispondere ma non ci riesce, perché è tutto una risarella. Fa ridere ancor di più la guerra tutta di sinistra con un Santoro che ridicolizza le “grandi manovre” del Pd: «Le costituenti si eleggono, ora una costituente eletta dai circoli di partito non è una costituente ». Ma Speranza commette un’altra imprudenza e ribatte: «In altri tempi Enrico Berlinguer disse: “Entrate e cambiateci'”». Non l’avesse mai detto. Santoro gli sibila addosso «Ma era un grande partito, non una congrega di famiglie com’ è il Pd. Ma come fai a paragonare il Pd al PCI di Berlinguer?». Imbarazzante.