I 10 anni di FdI, Donzelli: «Atreju? Noi cresciuti senza rottamazioni, e raccontiamo i prossimi decenni»

14 Dic 2022 10:48 - di Agnese Russo
donzelli

«Saremo un grande partito dei conservatori, ma non seguendo un modello importato. Una forza che avrà ridato orgoglio e dignità a questa nazione. Con noi tutti un po’ invecchiati». Ci sono i dieci anni trascorsi dalla fondazione, che hanno portato FdI al governo del Paese, ma ci saranno soprattutto i progetti per il prossimo, di decennio, alla festa “10 anni di amore per l’Italia”, che si apre domani a piazza del Popolo. A spiegarlo è il responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, ribadendo che l’appuntamento è diverso da Atreju, la kermesse politica tradizionalmente organizzata dalla destra italiana.

Donzelli: «A piazza del Popolo racconteremo i progetti per i prossimi decenni»

«Atreju è un’altra cosa, un evento di parte, ma non di partito. Lì ci confrontiamo anche con l’opposizione, negli anni abbiamo invitato Bertinotti, D’Alema, Conte. A piazza del Popolo, invece, racconteremo i nostri progetti per l’Italia dei prossimi decenni. Invito tutti a partecipare, anche chi non ci ha votato», ha detto Donzelli in un’intervista al Messaggero, nella quale ha anche chiarito che sulla generazione Atreju, gli ex ragazzi del movimento giovanile della destra che oggi costituiscono buona parte della classe dirigente di FdI, «si è scritto molto, ma in FdI non ci sono mai stati scontri generazionali o rottamazioni: se siamo dove siamo, è anche grazie all’esperienza di figure come La Russa e Crosetto».

Non solo “generazione Atreju”: «Siamo cresciuti senza scontri generazionali o rottamazioni»

Da quando FdI è nato «siamo cresciuti, non solo nei numeri. Anche grazie al contributo di persone che venivano da storie politiche diverse alla nostra: penso a Lucio Malan, Raffaele Fitto, Elisabetta Gardini. Ma che si sono ritrovate nel progetto di un grande partito conservatore», ha quindi proseguito il deputato, ripercorrendo il percorso che ha portato il partito alla guida del Paese. Una storia fatta di «tanti momenti, belli e brutti», nella soprattutto all’inizio il risultato di oggi appariva quasi inimmaginabile. «Di sicuro non ce lo aspettavamo. Ma – ha chiarito Donzelli – ci siamo sempre mossi come se avessimo questa responsabilità addosso, immaginandoci di dover dare risposte agli italiani. Senza cercare scorciatoie».

I 10 anni di FdI, dalle delusioni al governo del Paese

Una linea della serietà che, progressivamente, è stata compresa dagli italiani. «Alle prime elezioni in cui ci siamo presentati, le politiche del 2013, prendemmo meno del 2%. Oggi i sondaggi ci danno vicini al 30. Quando siamo partiti volevamo provare a salvare una storia, una tradizione politica. E direi che non solo ci siamo riusciti, ma grazie a Giorgia siamo andati oltre le nostre speranze», ha ricordato Donzelli, ripercorrendo le tappe che hanno portato al governo Meloni: dal deludente risultato delle europee del 2014, quando «restammo fuori per un soffio dall’Europarlamento», alle amministrative in cui non riuscivamo ad avere soddisfazione, «come le comunali di Roma nel 2016, in cui Giorgia si candidò senza arrivare al ballottaggio per le divisioni del centrodestra», fino al momento in cui «sono arrivate anche molte soddisfazioni»: dall’elezione dei primi sindaci nei capoluoghi, a iniziare da L’Aquila e Pistoia, a quella dei governatori Acquaroli e Marsilio, fino alla massiccia partecipazione alla manifestazione contro la nascita del Conte II, che vide in piazza «migliaia di persone che chiedevano di tornare al voto, nonostante fosse un lunedì mattina».

Donzelli: «Mia madre si mise a piangere quando mi iscrissi al Fuan»

Infine, un aneddoto personale, sollecitato da Andrea Bulleri che firma l’intervista: «Ma lei, nato in una famiglia e una regione rossa, la Toscana, com’ è diventato di destra?». «Mia mamma si mise a piangere, quando le dissi che mi ero iscritto al Fuan… Mi era sempre stata presentata come la parte sbagliata. Invece, quando da ragazzo ho visto le immagini dei giovani di destra ai funerali di Falcone e Borsellino, quando l’Msi è stato l’unico partito a non essere sfiorato da Tangentopoli, ho capito che forse non era così».

Il programma di “10 anni d’amore per l’Italia”

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