Il docente: “L’Italia faccia pressione su Teheran, Meloni molto ammirata dalle giovani iraniane”

9 Dic 2022 19:14 - di Paolo Lami
Meloni Scala

Pejman Abdolmohammadi, professore associato di Studi mediorientali presso l’Università di Trento e ricercatore associato dell’Ispi, parlando con l’Adnkronos ritiene che la comunità internazionale in generale, e l’Italia in particolare, dovrebbero esercitare una “pressione politica” nei confronti delle autorità di Teheran sottolineando, tra l’altro, come il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, venga “molto considerata dai giovani iraniani, soprattutto dalle giovani che vedono in lei una donna capace e di alta qualità umana e chiedono soprattutto un’empatia che superi le considerazioni politiche di fronte alla loro indifesa condizione nei confronti della Repubblica Islamica”.

Si tratta di “un primo passo formale” da parte dell’Italia nei confronti di Teheran e dovrebbe “far parte della pressione internazionale” per tenere il “faro acceso su diritti umani” calpestati in queste ore in Iran.

Secondo Abdolmohammadi, è necessario un “coordinamento nell’Unione Europea per aumentare la pressione corale del mondo libero nei confronti di una realtà che vede un giovane di 23 anni impiccato perché è sceso in piazza a protestare” in Iran.

Una “posizione armonizzata che superi il concetto di destra e di sinistra” e che esprima una “visione corale della Ue in difesa dei diritti umani, delle donne e dei giovani”.

L’esperto lancia poi “un piccolo richiamo al Vaticano, che è molto silente. Non vorrei che lo fosse perché si tratta di uno stato di un’altra confessione”. E invita “il Papa a dire qualcosa, lui che è così attento a diritti umani, non adotti un doppio standard”.

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