Il Pd all’ultima spiaggia. La Serracchiani a Letta: «Fase costituente? No, liquidazione»
Ha un che di surreale l’esortazione di Enrico Letta al suo partito («dobbiamo reagire con tutta la forza che abbiamo») se solo la si cala nell’infuocato contesto che avvolge il Pd. Già, quale forza? Se fuori, infatti, impazza il Qatargate, scandalo dalle dimensioni e dagli esiti ancora ignoti che a detta dei sondaggisti sta dissanguando i dem, dentro le mura infuriano le polemiche sulle modalità di un congresso al ralenti che sembrano indispettire tutti. Se ne è avuto un assaggio in queste ore nel corso del primo confronto tra i tre candidati – Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Paola De Micheli – nella sede del Nazareno, cui Letta era collegato da remoto per un forte raffreddore.
Letta prova a “caricare” il partito
È stata la De Micheli ad affondare il colpo. «Questo percorso costituente – ha obiettato – sta mostrando dei limiti. La “bussola” assomiglia a un sondaggio, più che a un percorso decidente dei nostri iscritti». La replica di Letta non si è fatta attendere: «Fa male chi caricaturizza questo lavoro. Io difendo la “bussola” che molti circoli hanno usato come guida alla discussione». Un botta e risposta che si inserisce in un clima di tensioni crescenti nel Pd. Alimentate anche dai venti di scissione degli ex-Ppi. Un clima da ultima spiaggia ben sintetizzata dall’amara ironia di Deborah Serracchiani: «Mi sorprende che dalla fase costituente si sia passati alla fase della liquidazione».
E le Sardine tornano all’ovile
Che l’aria sia questa lo conferma l’assenza di punti di contatto tra i candidati. Bonaccini e la Schlein hanno convenuto su un unico punto: il “no” a una «resa dei conti identitaria». Che è poi l’esito più temuto dagli ex-Ppi: una sterzata troppo netta a sinistra finirebbe per «snaturare» (copyright Pierluigi Castagnetti) il Pd. A quel punto ognuno riprenderebbe la propria strada. In tanta confusione Letta e compagni possono consolarsi con l’ingresso nel partito di Mattia Santori, il leader delle Sardine tornato all’ovile dopo aver giurato di voler cambiare il mondo. Ma tant’è. Lui stesso ha messo in conto le «facili ironie» di chi «non conosce i processi politici e sbrodola giudizi senza mai essersi sporcato le mani».