Il sesso fuori dal matrimonio diventa reato penale in Indonesia: cinque anni di carcere, anche ai turisti
Il sesso fuori dal matrimonio diventa reato in Indonesia, dove il Parlamento ha approvato un nuovo codice penale che criminalizza i rapporti sessuali che non siano tra persone sposate. Il nuovo codice, che si applica anche ai residenti stranieri e ai turisti, vieta la convivenza prima del matrimonio, l’apostasia e prevede punizioni per chi insulta il presidente o esprime opinioni contrarie all’ideologia nazionale. Il reato di blasfemia, già previsto in Indonesia, comporta ora una possibile pena detentiva di cinque anni.
Sesso non libero in Indonesia, una legge ispirata dal regime musulmano
“Tutti hanno concordato di ratificare la legge”, ha detto il deputato Bambang Wuryanto che ha guidato la commissione parlamentare incaricata di rivedere il codice penale in vigore dall’era coloniale. “Il vecchio codice appartiene al patrimonio olandese”, ha aggiunto.
Attivisti per la difesa dei diritti ed esponenti critici hanno messo in guardia dal fatto che il nuovo codice penale avrà “un impatto sproporzionato sulle donne” e ridurrà ulteriormente i diritti umani e le libertà nel paese a maggioranza musulmana, dove vivono oltre 270 milioni di persone. La stretta nel paese a maggioranza musulmana arriva insieme ad altre importanti modifiche al codice penale.
Reato anche la promozione della contraccezione
Le accuse di adulterio devono essere basate su rapporti della polizia presentati dal coniuge, dai genitori o dai figli. Il mese scorso una task force parlamentare aveva finalizzato il disegno di legge che consta di 627 articoli, ieri l’approvazione all’unanimità.
Dopo la ratifica, il nuovo codice penale dovrà essere firmato dal presidente, la sua applicazione tuttavia non sarà immediata: ci vorranno al massimo tre anni per passare dal vecchio al nuovo codice. Diventano illegali anche la promozione della contraccezione e la blasfemia religiosa, ripristinato il divieto di insultare un presidente in carica ed un vicepresidente, come lo “stato”, le istituzioni e l’ideologia nazionale. Gli insulti ad un presidente possono portare fino a tre anni di carcere.