Influenza, Pregliasco vede la “catastrofe”: 10 mln di casi a Capodanno. I virologi ci hanno preso gusto…
I virologi ci hanno preso gusto. Con i loro annunci catastrofisti, fanno sembrare sempre l’Apocalisse alle porte. Hanno fatto così col Covid anche negli ultimi mesi, quando la situazione andava normalizzandosi e ora cambiano tasto, concentrandosi sull’influenza per spargere terrore. A chi giova? A nessuno, se non alla loro visibilità.
Pregliasco: ci potrebbero essere 20mila morti
Fabrizio Pregliasco, virologo e professore all’Università Statale di Milano, nel suo intervento a Rai Radio1, ospite di ‘Un Giorno da Pecora’, prevede una stagione dura. Quando ci sarà il picco dell’influenza Australiana? “Nel periodo natalizio quando si arriverà a 150mila casi giornalieri, per un totale stagionale di 10 milioni di casi a Capodanno“. “Studiare” l’influenza “è la mia passione – continua – e posso dire che l’Australiana, che è già arrivata, renderà la stagione molto tosta. Farà dei morti, come sempre, – conclude – e il range delle persone che vengono a mancare per l’influenza vanno dai 5mila ai 20mila”.
Terrorismo psicologico, e la gente corre in ospedale
Un terrorismo psicologico che non giova a gestire al meglio la stagione influenzale. Visto che la situazione sembra immutata rispetto alla fase pre-pandemica: pronto soccorso inadeguati, medici di base e pediatri allo stremo. E’ come se il Covid non ci fosse stato. Tutto è rimasto immutato. Possibile che non si sia fatto un investimento decente per evitare emergenze dovute a virus particolarmente aggressivi? Sembra di no. Né per quanto riguarda la medicina territoriale né per quanto riguarda le strutture sanitarie.
L’appello: non intasate i Pronto soccorso
Fabio De Iaco, presidente della Simeu, Società italiana di medicina dell’emergenza-urgenza, fa il punto con Adnkronos: “Vogliamo mandare un messaggio visto l’allarme sull’incremento dei casi d’influenza: avere la febbre non è una emergenza soprattutto nei bambini, anche se è alta e protratta nel tempo. Occorre monitorare, parlare con il pediatra o per gli anziani con il proprio medico di famiglia. E poi, se davvero si vuole venire in pronto soccorso, prepararsi perché nella maggioranza dei casi sarà assegnato un codice basso e ci sarà una lunga attesa. Mi dispiace dirlo, ma la situazione è questa e dobbiamo evitare di intasare i pronto soccorso“. “Gli antipiretici vanno somministrati puntualmente e nelle dosi giuste, senza la corsa all’antibiotico che è ingiustificata di fronte a una malattia virale e in assenza di segni di sovrapposizioni batteriche”, conclude il presidente Simeu.
Si prevede il picco prima di Natale
“La curva dell’epidemia influenzale – sottolinea Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) – si è elevata in maniera tale da far prevedere, se il trend si manterrà su questi livelli, il picco più alto degli ultimi 15 anni. E potrebbe essere raggiunto prima di Natale perché i valori sono molto cresciuti”.
“Se consideriamo il picco come una montagna – continua Scotti – avremo, in pratica, una vetta di 4mila metri, invece che di 3mila. Per l’influenza, di solito, i picchi si raggiungono sempre con la stessa incidenza, poi c’è un plateau e segue la discesa. L’andamento così com’è, quindi, fa pensare, ad un picco assai superiore delle epidemie passate”.
Vista dalla parte dei pazienti “questa influenza è caratterizzata da una febbre molto alta che spesso spaventa, sintomi respiratori qualche volta gastroenterici”.