Ischia, la denuncia di Report: non aggiornate le mappe del rischio idrogeologico

5 Dic 2022 21:07 - di Roberto Frulli
Ischia

Le mappe per i piani di assetto idrogeologico di Ischia, realizzate dopo la tragedia di Sarno del 1998, non sarebbero aggiornate, secondo Report. E questo è dimostrato dal fatto che la “frana si è schiantata su una zona dove oltre a quelle abusive c’erano anche case regolari e che era considerata zona bianca secondo i Piani di Assetto Idrogeologico”.

L’abusivismo, pur se brutta cosa, non c’entra con la frana e i morti”, dice Sigfrido Ranucci. Che ha dedicato la nuova puntata di ‘Report‘ proprio alla tragedia di Ischia.

“Ora la notizia è proprio questa: come mai era considerata zona bianca e cosa ha comportato?”, si chiede il giornalista Rai.

“Le mappe per i piani di assetto idrogeologico, realizzate dopo la tragedia di Sarno del 1998, dove sono morte 160 persone, sono state fatte nel 2002 ma andavano aggiornate – sostiene Report. – Anche in virtù del territorio notoriamente a rischio e soprattutto perché negli anni gli eventi atmosferici sono cambiati e diventati più violenti”.

“Ufficialmente, le mappe di Ischia sarebbero state aggiornate nel 2010 e poi ancora nel 2015; ma abbiamo capito che sono sostanzialmente la fotocopia di quelle vecchie. Nessuno è andato a verificare con strumenti adeguati la zona”.

Denuncia Ranucci: “Si tratta di un ‘copia e incolla‘ come per il piano pandemico sul Covid… Ora, il problema è che quelle mappe sono confluite nelle carte di Giovanni Legnini, nominato nel 2017 commissario per la ricostruzione del terremoto di Ischia”.

Report‘ ha potuto vedere in esclusiva le abitazioni distrutte dalla frana, che erano considerate sicure. Se quelle di Casamicciola sono giudicate sicure, perché lo indicavano le mappe, ce ne sarebbero 774 da abbattere perché collocate in zone a rischio”.

Ma, prosegue il conduttore di ‘Report‘, “visto che ora si sono resi conto che le mappe potrebbero essere non corrette perché realizzate 20 anni fa, con strumenti inadeguati, è probabile che le rivedranno, così almeno dice lo staff di Legnini. Ma come si fa allora a procedere all’abbattimento delle case a rischio?

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