La lobby nera di FdI era una bufala. Ora quante puntate ci farà sopra il buon Formigli?
Chissà come l’ha presa Corrado Formigli la notizia dell’archiviazione che la Procura di Milano si appresta a chiedere sulla presunta lobby nera di FdI che avrebbe dovuto fare capo al barone nero Jonghi Lavarini con il coinvolgimento di esponenti della destra e della Lega. Un’abbondanza di nero e di bufale con cui si è fatta bassa propaganda contro la destra e con cui si è offuscata la reputazione di Carlo Fidanza.
Fanpage non ha messo la notizia
E Fanpage? Come l’ha messa oggi la notizia? Non l’ha messa, semplicemente. Alla sinistra militante tutto è concesso. Per loro tutto è lecito. Con i complimenti di Roberto Saviano e le strette di mano metaforiche di Paolo Berizzi. “Chi paga per aver infamato? – si chiede Pietro Senaldi su Libero – La Befana porterà il carbone a Fanpage e a Piazzapulita? A chi potrà, lo stretto collaboratore della Meloni, chiedere conto, e magari i danni, per un’inchiesta che l’ha messo ai margini della vita politica proprio quando, dopo trent’ anni di attività personale immacolata, il suo partito arrivava alla guida del governo?”.
La Stampa contro la Meloni: perché non caccia via i “fascisti”?
Anche la Stampa si gettò a capofitto sul ghiotto scoop. Annalisa Cuzzocrea chiedeva a Giorgia Meloni nel dicembre 2021, giusto un anno fa: “Perché – chiedeva – dopo l’inchiesta di Fanpage “Lobby nera” non ha cacciato Chiara Valcepina e Carlo Fidanza?”. Risposta: “Carlo Fidanza è sospeso. Dovevo cacciare Valcepina perché è andata a un aperitivo con le persone sbagliate?“. “No, perché fa il saluto romano quando le dicono «saluto Covid» o perché, davanti a una persona che parla di affondare una barca di migranti, commenta: «Soluzione green»”. Risposta: “Io ho dato indicazioni precise: non bisogna avere rapporti con Jonghi Lavarini e con persone come lui. Confido che abbiano imparato la lezione, ma credo che le persone vadano soprattutto educate. Cacciarle non è sempre la soluzione. La verità è che c’è il fior fiore del giornalismo italiano che passa le giornate a esaminare qualsiasi profilo Facebook vicino a Fratelli d’Italia. Se lo facessero con gli altri cosa troverebbero?”. E aggiungeva. “Sono certa che Carlo Fidanza è una persona onesta”.
Cento ore di girato, le richieste di Meloni e l’ira di Formigli
Giorgia Meloni chiese all’epoca al direttore di Fanpage di poter visionare le 100 ore di girato del giornalista infiltrato per poter verificare se veramente Fidanza aveva accettato finanziamenti illeciti e se era giusto il sospetto che il servizio fosse stato montato “ad arte” per far sembrare vera una cosa che la magistratura ha accertato non essere vera. Non venne accontentata e si rifiutò di partecipare alla trasmissione Piazzapulita. Un Formigli indispettito non le risparmiò il suo sermoncino: “La Meloni stasera ha deciso di non essere presente a Piazza Pulita? Siamo in un paese libero, vada dove crede. Questo non ci impedisce di fare la nostra trasmissione; e di continuare le nostre inchieste, cosa che faremo anche stasera”.
Sallusti: giornalismo vigliacco. Feltri: inchiesta a orologeria
Il servizio fu mandato in onda a due giorni dal voto amministrativo. E Alessandro Sallusti parlò di giornalismo vigliacco. “Quando – disse il direttore di Libero – un sito di informazione come Fanpage scodella pagine di giornalismo vigliacco, quello delle registrazioni a tradimento, contro esponenti della Lega o di Fratelli d’Italia, non esulto per il trionfo del giornalismo, prendo atto che un collega è arrivato sull’obiettivo che si era dato, che non è una verità assoluta ma lo sputtanamento di chi la pensa diversamente da lui e che lo faccia per soldi o per missione ideale poco cambia. Costruire una notizia provocandola o isolando dal contesto episodi in sé marginali non è giornalismo, è fare l’agente sabotatore al servizio di qualcuno”. Vittorio Feltri, che era capolista di FdI al Comune di Milano, parlò di inchiesta a orologeria giunta dopo quella che coinvolse Luca Morisi per cessione di stupefacenti. Per la cronaca, anche Morisi finì archiviato.
Laura Boldrini e le immancabili sciocchezze sull’inchiesta
E figuriamoci se potevano mancare le sciocchezze di Laura Boldrini, che così commento la fuffa orchestrata da Fanpage e da Formigli: “In un Paese normale, dopo l’inchiesta di Fanpage, ci sarebbe stato un terremoto politico: Salvini e Meloni si sarebbero fatti da parte. Invece no, stanno ancora lì. Ma noi continuiamo a dire: fuori l’ideologia fascista dalle istituzioni repubblicane”.
Il circo di Piazzapulita da Scanzi a Bernard Henri Lévy
Da notare che due mesi dopo Formigli ancora rimestava nel pentolone della propaganda: come mai Meloni non caccia quelli coinvolti nell’inchiesta di Fanpage? Con l’immancabile Andrea Scanzi che dava manforte all’assurda tesi secondo cui una leader di partito dovrebbe prendere ordini da Cancellato (direttore di Fanpage) e dal conduttore di Piazzapulita. Formigli portò in trasmissione anche un altro antifascista illustre: il filosofo Bernard Henri Lévy che spiegò ai telespettatori che Matteo Salvini era un “buffone”, che le destre non hanno spessore culturale, che non conosceva Giorgia Meloni ma ne aveva compreso la sostanza umana, che è la stessa di Marine Le Pen. Una vera e propria professione di razzismo antropologico cui Formigli assisté beato e sorridente.
Il giornalismo fazioso di Formigli e Fanpage
Solo uno, a sinistra, si dissociò da quel tipo di giornalismo. Andrea Colombo, del Manifesto, scrisse su Fb che si vergognava di fare lo stesso mestiere di Formigli: “Devo dire – dichiarò Colombo al Secolo – che non mi piace questo tipo di giornalismo. Il giornalismo può essere partigiano o fazioso. Quello è un giornalismo fazioso, cioè prende parte facendo finta di non farlo. Mentre si può e si deve prendere parte. Ma a me piace che lo si faccia a viso aperto. Le puntate di Piazzapulita mi sono sembrate quel tipo di cose in cui tutta la coreografia è montata per arrivare a un obiettivo preciso. Cioè attaccare il nemico. Io non penso, attenzione, che una testata debba essere la di sopra delle parti, ma una cosa è prendere parte, un’altra cosa è la faziosità”.