La Russa: “Renzi era un parvenu della sinistra. Bene se Calenda fa un’opposizione costruttiva”
“Renzi era un parvenu della Sinistra, non c’entrava nulla con la Sinistra, come Salvini non c’entrava niente con un progetto italiano, perché il suo era un progetto localistico”: la sintesi è del presidente del Senato Ignazio La Russa nel corso del suo intervento alla Festa Tricolore di Fratelli d’Italia a Catania.
“Noi, a differenza loro, abbiamo punti di riferimenti precisi, siamo un partito al quale teniamo molto e abbiamo una leader che è figlia delle nostre idee – dice il cofondatore di Fratelli d’Italia – Se Renzi va a comandare il partito ex comunista e Salvini va a formare un partito nazionale che fischiava l’inno nazionale, noi abbiamo una leader figlia delle nostre idee e sono idee chiare, uno zoccolo duro fatto di cuore che non morirà”. Rispondendo poi all’Adnkronos parlando dell’incontro tra la premier e Carlo Calenda, La Russa osserva:”Calenda devo dire che è stato molto bravo a fare quello che gli ha suggerito di fare Fratelli d’Italia, perché noi, quando Draghi era al governo abbiamo fatto quello che ha cercato di fare Calenda, non so con quali risultati. Meloni era andata da Draghi a portare le proposte e Draghi l’aveva ascoltata. Ora Giorgia era dall’altro lato del tavolo”.
Alla domanda se è un avvicinamento di Calenda al governo La Russa invita alla cautale: “No, è un modo che noi abbiamo avviato per primi, quello di considerare l’opposizione non solo distruttiva ma anche costruttiva che ci auguriamo Calenda voglia seguire. Io come Presidente del Senato me lo auguro doppiamente, perché faciliterebbe anche i compiti di chi dirige i lavori d’aula”. “Quello che mi interessa – dice – è che la pratica di una opposizione che voglia confrontarsi con chi è stato messo dai cittadini a dirigere il paese è una cosa che apprezzo”.
La Russa: “Fratelli d’Italia è nata per mettere al sicuro la destra”
Parlando della nascita di FdI alla Festa Tricolore, La Russa ripercorre la genesi del partito. “Fratelli d’Italia è nata perché volevamo mettere al sicuro la Destra politica italiana. Questo era l’obiettibvo vero, al di là di quanto voti avremmo potuto prendere. Perché il Pdl si avviava a essere inesorabilmente Forza Italia e sarebbe sparita la storia di un movimento politica nato nell’immediato fine della guerra”. Il presidente del Senato aggiunge: “Non ci ponemmo il problema di chi dovesse essere il capo perché indicammo in Giorgia Meloni il leder del presente e del futuro, e all’epoca non era così scontato che avvenisse. Quanto tempo ci sarebbe voluto? Noi il tempo lo avevamo. Tanto – aggiunte La Russa – lo sapevamo, non quando ma che prima o poi le nostre idee avrebbero avuto il gradimento degli italiani. Ce l’hanno e speriamo di mantenerlo”.
“Vi ricordate i governi del passato? In questo non vedo alcuna fibrillazione”
Parlando poi della manovra, La Russa e rispondendo sul tetto al contante, ha osservato: “Per me è positivo un limite al contante purché sia europeo. Quando sarà europeo, cioè generalizzato, allora avrà più valore. Se invece per noi c’è, per la Germania no, per l’Austria no, finisce per essere squilibrato. Questo è quello che ho sempre detto, però decide il Governo come meglio crede”. Nessuna fibrillazione, inoltre, sulla maggioranza: “Non c’e’ nessuna frizione particolare. Vi siete dimenticati di come erano i governi di una volta addirittura c’erano, a ogni pie’ sospinto,’erano, a ogni pie’ sospinto, rimpasti e cose del genere. La coalizione di centrodestra ha i suoi parametri le sue colonne d’Ercole, ma dal mio punto di osservazione che e’ quello di chi dirige i lavori al Senato fino adesso non ho visto alcuna fibrillazione”.
Il presidente del Senato taglia corto poi sulle polemiche della sua presenza a Catania. “Mi hanno criticato per essere venuto alla Festa Tricolore di Fratelli d’Italia, ma ricordo che Violante veniva alla Festa Tricolore, che Schifani è andato dappertutto, per non parlare dei Presidenti delle Camere. Dico subito che non c’è nessun motivo per cui non dovessi dire sì all’invito che mi è stato posto. Ho solo posto una condizione, che fossi non in un dibattito ma intervistato da un giornalista. Tra l’altro dal direttore de La Sicilia, Antonello Piraneo. Il resto è pura strumentalità”. Per poi scandire in modo chiaro: “Io so benissimo quali sono i miei doveri, molto più di qualcuno del passato, senza fare nomi. Per cui so quando una cosa si può fare o non si può fare. Che il presidente del Senato accolga inviti del genere è nelle cose, il resto è pura strumentalità”.