L’addio a Benedetto XVI. Mattarella: esempio di dialogo e dignità. Meloni: un gigante della fede e della ragione
L’universo di fedeli, il mondo della Chiesa, delle istituzioni e della politica partecipa al dolore per la scomparsa di Benedetto XVI: un Pontefice, un teologo, un uomo di cultura e di fede, che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore e nella storia. Un gregge rimasto orfano di una guida spirituale rimasta integra e imprescindibile, nonostante la rinuncia al Soglio pontificio. E oggi tutti, sgomenti e provati, concordano nel riconoscere l’unicità del suo operato e il valore teologico e intellettuale che ha omaggiato nel suo mandato.
L’addio a Benedetto XVI: i funerali
Il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni, nel corso di un briefing ha annunciato che i funerali del Papa emerito si celebreranno giovedì alle 9.30 in piazza San Pietro. Spiegando che Benedetto XVI ha ricevuto l’estrema unzione mercoledì pomeriggio al monastero Mater Ecclesiae. E che il Papa emerito, tra le sue volontà, ha chiesto la celebrazione di funerali semplici. Bruni fa sapere che l’ultimo addio a Joseph Ratzinger si svolgerà «nel segno della semplicità, assecondando il desiderio del Papa, con funerali solenni ma sobri». Preceduti dall’evento previsto per la mattina di lunedì 2 gennaio, quando il corpo del Papa Emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli.
Il commosso addio del mondo a Benedetto XVI
Un lungo commiato, quello cominciato oggi all’annuncio della morte di Benedetto XVI, che in queste ore registra le parole e le riflessioni dei protagonisti della scena internazionale, uniti tra lacrime e preghiere nel tributare al Papa Emerito onori e riconoscimenti per la sua opera. Il suo esempio. La testimonianza lasciata in eredità al mondo. A partire dalle dichiarazioni del Presidente Mattarella, che ricordando Ratzinger ha restituito a fedeli ed estimatori l’immagine di un uomo illuminato e dolce, che smentisce il ritratto spesso addebitato al Santo Padre di uomo burbero e schivo.
Le parole del Presidente Mattarella
Non a caso, nel suo messaggio di addio, il capo di Stato sottolinea: «La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito, con umiltà e serenità». Concludendo emblematicamente: «La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio».
Un conservatore e un rivoluzionario
Joseph Ratzinger, un uomo mite e dolce nella realtà descritto in termini più severi. Un porporato che, negli anni Ottanta, si era guadagnato la controversa fama di teologo conservatore ma anche di “grande inquisitore”, visto il suo ruolo di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant’Uffizio), e soprattutto per la condanna della teologia della liberazione. E che invece, nel tempo e con i fatti, si è rivelato un rivoluzionario, determinato quanto garbato e suadente. Ed è all’uomo a tutto tondo, e al Santo Padre, che il premier Meloni dedica le sue parole di addio.
Le parole di commiato del premier Meloni
Parole commosse e alte, che sottolineano: «Benedetto XVI è stato un gigante della fede e della ragione. Un uomo innamorato del Signore che ha messo la sua vita al servizio della Chiesa universale e ha parlato, e continuerà a parlare, al cuore e alla mente degli uomini con la profondità spirituale. Culturale. E intellettuale del suo Magistero. Un cristiano. E un pastore e un teologo. Un grande della storia, che la storia non dimenticherà». Aggiungendo in chiosa: «Ho espresso al Santo Padre Francesco la partecipazione del Governo e mia personale al dolore suo e dell’intera comunità ecclesiale».
Il ministro Roccella: «Ha scommesso sul risveglio di un Occidente minacciato da una deriva nichilista»
Un ritratto, quello di Benedetto XVI, sul quale si allineano tutti i rappresentanti istituzionali d’Italia e del mondo. A partire dai ministri del governo. Così, per la titolare del Dicastero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, grazie a Ratzinger «”la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica”» e «con queste parole, scolpite in un’enciclica che a sua volta resterà scolpita nella storia (la Caritas in Veritate), Benedetto XVI ha affrescato la cifra del nostro tempo». Rilevando come il Papa Emerito sia «stato fra i primi, e purtroppo fra i pochi – osserva la Roccella – a vedere nella manipolazione dell’umano il pericolo più insidioso per gli stessi diritti sociali. E al crocevia della storia ha scommesso sul risveglio di un Occidente minacciato dall’esterno e più ancora dall’interno, da una deriva nichilista».