“Le ragioni del blocco navale”: domani la presentazione del libro dell’ammiragio De Felice
Martedì 6 dicembre alle ore 17, presso la Sala del Cenacolo in Piazza Campo Marzio 42, si terrà la presentazione del libro “Fermare l’invasione, le ragioni del blocco navale” (Herald editore), scritto dall’ammiraglio Nicola De Felice.
Interverranno con l’autore il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, Massimo Milani, deputato e coordinatore romano di FdI, Alberto Balboni, senatore e responsabile del Dipartimento Immigrazione di FdI, lo scrittore e giornalista Daniele Capezzone. Modera il giornalista Fabio Macera.
“Il libro è scritto con la mente e con il cuore – dichiara l’ammiraglio De Felice – nasce dopo aver vissuto in prima persona, come coordinatore, la tragica esperienza ad Augusta del 2015, quando recuperammo le 900 salme vittime del naufragio di un barcone”.
L’ammiraglio De Felice propone la soluzione del Blocco navale
L’opera pone al centro una denuncia chiara: “La tratta degli esseri umani e la discendente immigrazione illegale favoriscono la schiavitù moderna. La persona che arriva sulle coste europee è un essere invisibile, non tutelato, facilmente assorbito dal mondo della droga e della prostituzione, schiavo per debito, lavoratore forzato, accattone in città, pedina terroristica”.
Nei capitoli, un’ampia riflessione è dedicata al neoliberismo, responsabile di “favorire l’immigrazione di massa per azzerare le distanze tra la manodopera a basso costo ed il mercato occidentale”. De Felice propone idee e soluzioni che aiutano a combattere la schiavitù moderna coinvolgendo l’Ue che non può affrontare il problema “tamquam non esset”, ma deve comprendere che esso è collettivo e che la “politica dello struzzo” non è vincente.
De Felice propone idee e soluzioni che aiutano a combattere la schiavitù moderna coinvolgendo l’Ue che non può affrontare il problema “tamquam non essent”, ma deve comprendere che esso è collettivo e che la “politica dello struzzo” non è vincente, pena l’invasione dell’Europa intera. Non si risolve il problema davanti ai confini d’Europa, lasciando incrementare le morti in mare, ma occorre attivare – in parallelo ai Decreti sicurezza – un’interdizione navale dei porti di partenza tesa a colpire i traffici illeciti, a ridurre il flusso migratorio clandestino nonché il ritorno di Al-Qaeda.