Lega, resta il gelo tra Bossi e Salvini. La base punta a un incontro tra i due leader
È tregua armata nella Lega. Il pressing di Bossi sul governatore Attilio Fontana in nome e per conto del Comitato Nord ha lasciato il segno. E ora Salvini vuole capire a quale gioco stia giocando. Il Comitato Nord è una creatura del Senatùr, che l’ha presentata come una corrente utile a trattenere il dissenso interno. Nei fatti, però, è andata diversamente. Basti pensare che al Pirellone quattro transfughi leghisti hanno formato un gruppo autonomo utilizzando lo stesso logo. Il tutto con la benedizione dello stesso Bossi. Che poi, come se non bastasse, si è scomodato da Gemonio fino a Milano per convincere Fontana ad accettare le liste del Comitato nella coalizione a suo sostegno.
Bossi vicinissimo alla scissione
Insomma, se non è una scissione, poco ci manca. E siamo all’oggi con una Lega divisa e in armi. Tensione alle stelle e musi lunghi. I militanti confidano in un incontro tra Salvini e Bossi, ma finora nulla si è mosso in tal senso. Quel che è certo è che lo stallo non potrà durare a lungo. A febbraio si vota per le Regionali e dall’esito di quelle elezioni passa tutto: dalla leadership di Salvini al futuro della Lega. Per molti, l’incombere del voto porterà tutti a più miti consigli. Ma è anche vero che c’è pressione nel Comitato Nord a rompere gli indugi e dichiarare guerra alla Lega ufficiale. Chi guarda con interesse ai travagli del Carroccio è Letizia Moratti. Sa di poter essere la prima a beneficiare di una eventuale rottura.
Decisivo il dossier sul federalismo
È il motivo per cui le colombe dell’uno e dell’altro fronte guardano a Roberto Calderoli come possibile mediatore. Il ministro è legato a Salvini ma nello stesso tempo è molto ascoltato da Bossi. In più, ha in mano il dossier sull’autonomia differenziata, il cui definitivo varo metterebbe d’accordo le parti in lotta. Di sicuro nelle regioni del Nord, i temi del federalismo e dell’autonomismo di cui il Comitato di Bossi si fa portatore hanno riacceso i cuori, ma sull’operazione politica e sulle conseguenze possibili i dubbi non mancano. In realtà, tutto dipende dall’obiettivo del regolamento dei conti in corso. Se è quello della fine della leadership salviniana, allora non v’è mediazione che tenga: Bossi andrà fino in fondo. E riuscirà, in un colpo solo, a trasformarsi da fondatore in affondatore della Lega.