Libri, Merlino racconta “Un eroe”: la storia di Ermenegildo Rossi. La prefazione è di Meloni
«Una storia incredibile che merita di essere conosciuta e raccontata agli italiani, soprattutto alle giovani generazioni». È quanto scrive il premier Giorgia Meloni nella prefazione all’ultimo libro di Emanuele Merlino Un Eroe. Ermenegildo Rossi, quando il coraggio fece paura all’Italia (Eclettica). Il volume, che è stato presentato ieri nell’Aula dei gruppi parlamentari della Camera, racconta di come Rossi, sindacalista dell’Ugl, riuscì a sventare il dirottamento del volo Parigi-Roma del 24 aprile 2011, sul quale era capocabina, ricevendo per quell’atto eroico una Medaglia d’oro al valor civile. Eppure, come si intuisce già dal titolo, si tratta di una vicenda che ha portato con sé anche alcune ombre, a partire dal silenzio che l’ha avvolta per anni. Ora il volume di Merlino, autore di diversi libri di carattere storico e della graphic novel Foiba Rossa su Norma Cossetto, restituisce la vicenda nella sua interezza, trasmettendo al lettore un racconto emozionante, con trame e passaggi degni di una spy story.
Ermenegildo Rossi: «Intorno a me il silenzio per troppi anni. Il libro di Merlino chiude un cerchio»
«Questo libro, questo meraviglioso lavoro fatto da Emanuele Merlino, non è soltanto la narrazione di quanto accaduto in quei terribili momenti, ma è stata la ricerca delle emozioni che mi hanno avvolto in tutti questi anni, è la volontà di collegare questa storia in un punto preciso della storia d’ Italia, di affermare che siamo un popolo vivo la cui storia è fatta anche di momenti straordinari che possono essere di esempio alle giovani generazioni i cui eroi troppo spesso sono solo quelli che guardano in televisione. Quindi il libro per me rappresenta la completa chiusura di un cerchio che per undici anni è stato senza risposte», ha detto in una recente intervista a CulturaIdentità, Rossi, parlando anche del «“suono del silenzio” mi ha accompagnato in tutti questi anni».
L’eroismo di Rossi sul volo Parigi-Roma del 24 aprile 2011
Ermenegildo Rossi, nato a Viterbo nel 1963, sposato e padre di un figlio, con il suo coraggio salvò i 140 passeggeri del volo Parigi-Roma di Alitalia, della quale era dipendente. A tentare di dirottare l’aereo fu Valery Tolmachev, cittadino kazako, diplomatico di carriera, dipendente dell’Unesco: in quel giorno di primavera di 11 anni fa decise che per protesta contro l’attacco Nato in Libia il volo diretto a Roma doveva atterrare a Tripoli. Per questo, armato di coltello, prese in ostaggio una hostess. Rossi, «splendido esempio di generoso altruismo e di solidarietà umana», come si legge nelle motivazioni della Medaglia d’oro che gli fu conferita nel maggio del 2017, «con pronta determinazione e straordinario coraggio», si offrì al posto della collega e poi, approfittando di un passo falso dell’uomo, riuscì a disarmare il dirottatore e a bloccarlo con l’aiuto di alcuni passeggeri.
Il silenzio intorno al caso e la necessità di «riscoprire valori ed eroi positivi»
Epperò, si diceva, si tratta di una vicenda segnata anche da molti punti oscuri, che troverebbero una spiegazione nei rapporti diplomatici tra Italia e Kazakistan. Tolmachev, una volta arrestato dalle autorità italiane, è stato accusato di rapimento e tentativo di dirottamento, ma una successiva perizia ha stabilito che fosse malato di mente, quindi non imputabile. Durante il dibattito è emerso anche il fatto che oggi è un uomo libero. La vicenda è scomparsa dai “radar” dell’informazione quasi subito, poche e confuse le notizie apparse nella cronaca nazionale, mentre qualche notizia in più si riesce a reperire sul sito kazako di informazione Tengrinews.kz. E, invece, scrive ancora Meloni nella prefazione, «in un tempo difficile come quello che siamo chiamati a vivere, riscoprire valori ed eroi positivi è necessario per ricordarci chi siamo e per essere all’altezza delle sfide che abbiamo davanti».