L’Orlando furioso. «Il Qatargate ha colpito i simboli più cari: Europa, sinistra, diritti umani»
«Un filotto diabolico». Ricorre all’immagine del risultato più ambito al gioco del biliardo Andrea Orlando nel fare l’inventario dei danni causati dal Qatargate: «L’Europa, la sinistra di ispirazione socialista, i diritti umani». Sono i «simboli» più cari alla retorica dem. Non stupisce perciò che l’esponente del Pd, intervenuto a Metropolis sul sito di Repubblica, abbia evidenziato una sincera preoccupazione per quanto quotidianamente trapela dall’inchiesta in corso a Bruxelles.
Così Orlando su Repubblica.it
«Io ho detto che trovo questa vicenda ripugnante – aveva esordito Orlando -. Sono un garantista ma su questa cosa ho avuto quasi un moto di ira, una fortissima rabbia perché credo colpisca un serie di simboli». E qui, per l’appunto, si torna al «filotto diabolico». In effetti, sarà ora molto più difficile per il Pd atteggiarsi ad interprete autentico dell’Europa o ergersi a vindice delle battaglie eticamente edificanti. «Le Ong servono a far girare i soldi», ha ammesso Francesco Giorgi, uno dei presunti destinatari delle mazzette qatariote. Le stesse Ong che il Pd ha sempre additato come esempio di solidarietà e di altruismo. Alcune lo sono, ma non tutte.
«Colpa dei partiti scalabili»
E ora il Pd e Orlando devono prenderne atto e agire di conseguenza. Sì, certo, l’ex-ministro ha ragione quando dice che «più in generale bisogna riflettere se i metodi funzionano perché aver destrutturato i partiti, averli resi più leggeri e più scalabili, ha reso più difficile il controllo». È tutto vero, ma è altrettanto lecito chiedersi dove si trovassero Pd e sinistra mentre s’affollavano di lobbisti, affaristi, banchieri. Non è una questione che riguarda solo l’Italia. Oggi un tweet del Ppe ha tenuto a sottolineare che il «Qatargate non è orfano, ma è uno scandalo socialista». Orlando sembra replicare a distanza: «Non mi toglierebbe la sofferenza se ci fossero anche i Popolari in mezzo… Il punto è che questa vicenda ci dovrebbe far riflettere sul fatto che il Parlamento Ue è diventato importante ma è poco protetto».