Manovra ok, ora il governo va all’attacco sul fisco. Leo: “Quoziente familiare e tagli Irpef”

24 Dic 2022 18:19 - di Marta Lima

Una maratona notturna, chiusa alle prime luci dell’alba, e poi il voto finale (197 sì e 129 no) poco prima delle 7. Così la Camera dei deputati ha superato il passaggio fondamentale per la manovra di Bilancio, di fatto ormai approvata. Perché adesso, subito dopo Natale, ci sarà giusto il tempo per un passaggio di corsa al Senato per ottenere il via libera definitivo al provvedimento entro il 31 dicembre, per scongiurare l’esercizio provvisorio. Poi si passerà alla riforma del fisco.

La seduta notturna a Montecitorio, dopo che il governo aveva incassato la fiducia, è stata impegnata quasi totalmente per l’esame degli ordini del giorno alla manovra. Arriva al traguardo una legge di bilancio «equilibrata e prudente», afferma il viceministro all’Economia, con delega al Fisco, Maurizio Leo, deputato di FdI che in una intervista a “Repubblica” annuncia l’avvio di una riforma fiscale, con l’obiettivo di ridurre a tre le aliquote Irpef, a patto di trovare le risorse senza scostamenti di bilancio.

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Leo spiega che “la legge di bilancio è stata fatta in tempi rapidissimi e non ricordo che leggi finanziarie, di stabilità e di bilancio siano state elaborate in così poco tempo”. Poi aggunge: “Un dato è certo: la legge è stata sostanzialmente condivisa dall’Ue anche perché complessivamente equilibrata e prudente. Il cuore del progetto è sostanzialmente intatto, c’è stata una normale dialettica politica e gli errori tecnici sono ascrivibili a peccati veniali legati a ristrettezza di tempi. Grazie a tutte le strutture del ministero dell’Economia per il lavoro egregio. Le misure per gli autonomi sono in linea col programma elettorale del centrodestra. Anche per i dipendenti sono state adottate delle misure come l’innalzamento da 600 a 3.000 euro per il welfare aziendale e la riduzione dal 10 al 5 per cento della tassazione sui premi di produttività. Senza dimenticare la riduzione del cuneo fiscale per le fasce più deboli. In sede di riforma, è nostra intenzione fare ancora di più sull’equità orizzontale puntando a limitare disallineamenti nella tassazione».

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Nessuna deriva condonista, spiega Maurizio Leo, ma passi verso i contribuenti per una pace fiscale: “La nostra visione è stata quella di utilizzare, potenziandoli, gli strumenti già a disposizione per consentire forme di compliance spontanea. Volevamo venire incontro alle esigenze finanziarie dei contribuenti, tenendo conto dell’attuale sproporzione del sistema sanzionatorio amministrativo rispetto agli altri partner europei. Non vi è nessun condono, le imposte vengono pagate tutte, sebbene in un orizzonte temporale più ampio e con sanzioni più eque”.
Quindi la terapia d’attacco per il fisco, annunciata dal sottosegretario: “Sull’Irpef pensiamo di partire dal ‘modello duale’ già discusso, distinguendo i redditi da lavoro, soggetti a una progressività, sebbene addolcita, da quelli da investimento in capitale e immobili, soggetti a un’imposta proporzionale. Il nostro obiettivo è introdurre anche il quoziente familiare. È intenzione del governo addolcire le aliquote Irpef, con la prospettiva di ridurle anche a tre, ferma restando la necessità di individuare le dovute coperture, senza scostamenti di bilancio. Sull’Ires puntiamo a premiare i redditi reinvestiti in capitale e lavoro e razionalizzare la base imponibile. Quanto all’Iva, si punta a un’armonizzazione a livello comunitario, in termini di aliquote, base imponibile ed applicazione. L’Irap, invece, va profondamente rivista, nel quadro di un percorso già intrapreso da tempo”. E la Flat Tax incrementale? “E’ un ponte verso la riforma fiscale. Spinge il contribuente a dichiarare il tutto con l’obiettivo di stanare atti evasivi. L’eventuale estensione sarà valutata in fase di riforma fiscale, con un generale obiettivo di creare un sistema più equo e senza disallineamenti tra le diverse categorie di reddito”.

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