Manovra, verso la revisione del bonus cultura ai 18enni: al suo posto una nuova “Carta” e fondi al settore

9 Dic 2022 18:20 - di Natalia Delfino
bonus cultura

Via la 18App per dare vita a una nuova “Carta cultura” e indirizzare maggiori fondi al settore. È quanto prevede un emendamento alla manovra proposto dalla maggioranza. L’idea è quella di abolire l’ennesimo bonus a pioggia, che nella sua applicazione pratica ha finito per tradire gli scopi con i quali era nato, e di introdurre misure di sostegno più mirate al settore, anche in termini di incentivi alla fruizione. «La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18App e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso. La sostituzione di 18App con una nuova “Carta cultura” è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo», hanno spiegato il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone di FdI e i capigruppo di Lega e Forza Italia in Commissione, Rossano Sasso e Rita Dalla Chiesa, firmatari dell’emendamento.

Via il bonus cultura ai 18enni, avanti con una nuova “Carta” e sostegni mirati al settore

«Il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche», hanno sottolineato i tre parlamentari, spiegando che proprio perché la 18App nei fatti ha mancato le aspettative di ritorno per il settore cultura è necessario che sia «revisionata e potenziata, concordando con le categorie produttive della cultura». Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa hanno quindi chiarito che il ministro Gennaro Sangiuliano, che dal canto suo ha spiegato che l’emendamento è «una decisione parlamentare», insieme ai sottosegretari, sta «già lavorando per convocare un incontro ai primi di gennaio con le categorie coinvolte per definire le linee di questa nuova “Carta della cultura”, senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici, sostenendo le famiglie».

Già programmato il confronto con le categorie coinvolte

Dunque, anche in questo frangente maggioranza e governo adottano la linea del confronto con i soggetti interessati per arrivare al miglioramento di una misura che si è rivelata non soddisfacente e che, con l’erogazione di 500 euro a 18enne, costa, secondo quanto riferito dal Sole24ore, 230 milioni di euro l’anno. «L’emendamento sottoscritto dai gruppi parlamentari di maggioranza – hanno spiegato ancora Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa – è volto all’istituzione di un nuovo welfare dello spettacolo, introducendo 100 milioni per l’indennità di discontinuità degli artisti che sono in difficoltà economica; per la riforma del Fondo Unico dello Spettacolo, incrementando di 40 milioni di euro la dotazione, sostenendo le categorie dello spettacolo dal vivo; per il sostegno con 45 milioni complessivi alla filiera del libro e delle biblioteche, con ricadute per l’indotto anche delle librerie di prossimità, degli autori e dei traduttori; per il sostegno al cinema e alle sale; per il sostegno del patrimonio culturale materiale e immateriale».

L’opposizione si agita e Renzi minaccia ostruzionismo

Ciononostante l’opposizione grida allo scandalo, con Matteo Renzi e Dario Franceschini, che introdussero la 18App, in prima fila sulle barricate. La revisione della 18App «per me è un errore gravissimo», ha scritto il leader di Italia Viva su Twitter, lanciando anche una petizione e dicendosi pronto all’ostruzionismo parlamentare, mentre Franceschini ha invocato una «marcia indietro» del governo, sventolando lo scandalo dei «tagli alla cultura». «Renzi e Franceschini stiano tranquilli. Il Parlamento sarà principale sede per la definizione delle politiche culturali», hanno replicato Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa, mentre è stato il deputato di FdI e membro della Commissione Cultura, Gimmi Cangiano, a sottolineare che quelle dell’opposizione sono polemiche «francamente pretestuose e fuori contesto».

FdI: «Col bonus cultura i 18enni si comprano di tutto, ci sono anche indagini della Gdf»

«Fin da quando è stata istituita, la 18App non ha mai del tutto assolto la funzione per cui era stata ideata, diventando uno strumento non più di accesso alla cultura per i giovani, ma una sorta di lasciapassare economico per comprare di tutto, dai cellulari ai videogiochi», ha ricordato il deputato di FdI, chiarendo che si tratta di una circostanza testimoniata dalle «indagini della GdF, che ha ipotizzato un danno erariale per una truffa accertata pari ad almeno 9 milioni di euro». Anche Cangiano, quindi, ha chiarito che «non è intenzione di questa maggioranza negare ai giovani strumenti fruibili per accedere alla cultura e alla formazione culturale personale. Bisogna però ripensarli, affinché non vengano umiliati e depauperati del loro significato né sviliti nella loro funzione». «Piuttosto che polemizzare – ha quindi concluso Cangiano –  l’opposizione contribuisca a rivalorizzare il mondo dello spettacolo e della cultura, così tanto colpito dalla crisi pandemica».

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