
Massimiliano Buzzanca: «Da mesi papà non ci riconosceva, ma sabato mi ha detto ‘ti amo’»
Ricordi commossi per Lando Buzzanca questa mattina a Storie Italiane su Rai1. Ai microfoni della trasmissione di Eleonora Daniele è intervenuto anche il figlio dell’attore scomparso ieri, Massimiliano. “Non è vero che si era rotto il femore. Quando non è la famiglia a parlare le notizie sono campate in aria. È scivolato dalla sedia a rotelle, non sappiamo ancora come e perché. E ha sbattuto la testa. Il suo corpo si è spaventato per questa caduta”, racconta il figlio dell’artista morto a 87 anni. “E, come accade a tutti gli uomini di quell’età che hanno un trauma, il fisico ha risentito della situazione“.
Parla il figlio di Lando Buzzanca: sabato mi ha detto ti amo
“Papà non ci riconosceva più da mesi – prosegue il racconto di Massimiliano – ma credo abbia avuto un moto di riconoscimento sabato. E credo, e spero, mi abbia riconosciuto quando lo abbiamo trasportato a Villa Speranza dal Gemelli. Poco prima che arrivasse la lettiga stava ‘lallando’, non si capiva quello che diceva. A un certo punto mi ha guardato e mi ha detto tre volte ti amo. Che, per un uomo che non ha mai detto ti amo nemmeno alla propria moglie, mi è sembrato strano. Non ho capito se quel ‘ti amo’ fosse un ‘ti voglio bene’ perché mi aveva riconosciuto. Io da figlio spero e credo di sì. Non si sa realmente cosa mi volesse dire. Io credo e spero che mi volesse dire ‘ti voglio bene’. Ma lo sa soltanto lui quello che mi ha detto“.
Il rapporto con mio padre è ‘buzzanchiano’
Massimiliano ha poi proseguito nel racconto delle ultime ore accanto a suo padre. “L’ultima volta che l’ho visto sabato, mi ha dato l’impressione per la prima volta che mi avesse riconosciuto dopo tanto tempo. L’ho capito dal suo sguardo. Ha fatto per alzarsi, per salutarmi. Gli ho sorriso e gli ho detto di stare seduto, di non affaticarsi. Era come se avesse voglia di dirmi qualcosa. Il rapporto con mio padre è ‘buzzanchiano'”, aggiunge Massimiliano dai microfoni di Storie italiane. “Non ci diciamo ‘ti voglio bene’, non ci abbracciamo. Ci guardiamo negli occhi e ci diciamo tutto. Ci siamo guardati, mi ha sorriso e gli ho chiesto di stringermi la mano. L’ho visto che faticava, poi si è addormentato. Domenica mi stavo preparando per venire qui ma mi hanno chiamato per dirmi che ci aveva lasciato. Questo è l’ultimo ricordo che ho di lui”.