Msi, il Pd all’attacco di La Russa: anche oggi i dem collezionano la loro figuraccia quotidiana

27 Dic 2022 18:47 - di Viola Longo
msi la russa

«Mi domando se chi strumentalmente sta polemizzando contro il Presidente del Senato abbia veramente letto il suo post nel quale ricorda il padre che – testuale – “scelse con il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana“. La piena adesione del Msi alla democrazia e al Parlamento è storia e nessuno può negarla». A sottolinearlo è stato il portavoce di Ignazio La Russa, Emiliano Arrigo, nel corso di una giornata che ha segnato l’ennesima brutta figura per la sinistra italiana e in particolare per il Pd. Eminenti esponenti dem, infatti, hanno alzato intorno a un post del presidente del Senato che ricordava la nascita del Msi un polverone ingiustificabile per chi conosca un minimo di storia patria.

Il post di Ignazio La Russa sulla nascita del Msi

«Nel ricordo di mio padre, che fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse con il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana», ha scritto su Facebook La Russa. E subito è stato uno spregiudicato apriti cielo, in bilico tra il ridicolo e il vergognoso. Un atteggiamento che non ha risparmiato neanche la senatrice Isabella Rauti, a sua volta “rea” di aver scritto un post simile a quello di La Russa. Ma è stato soprattutto contro quest’ultimo che si è concentrato il fuoco dem, in ossequio probabilmente al principio per cui più grosso è il bersaglio più grossa la devi sparare.

I dem all’attacco, incuranti di storia e pudore

E allora giù con la richiesta di dimissioni avanzata da Laura Boldrini, con le accuse di «violazione del giuramento sulla Costituzione antifascista» lanciate da Alessio D’Amato, con salti logici come quello compiuto da Emanuele Fiano che trasformano il ricordo del Msi in una esaltazione del fascismo e delle leggi razziali, con il grido di dolore dell’immancabile Anpi per lo «sfregio alle istituzioni democratiche». Un repertorio arcinoto e stratrito, rispetto al quale ormai la noia è perfino superiore al fastidio per una sinistra che pur di tentare di gettare fango sull’avversario non si preoccupa di risultare ignorante, intellettualmente disonesta e priva di scrupoli. Di collezionare, insomma, sempre nuove figuracce e di mettersi nella condizione di chi, salito in cattedra, si ritrova non solo a ricevere lezioni su nozioni elementari, ma anche a dover fare i conti con qualche verità scomoda che lo riguarda direttamente.

La lezione di storia di Balboni ai «nostalgici della guerra civile»

«Qualche nostalgico della guerra civile nega ad Isabella Rauti, Ignazio La Russa e con loro ad una intera comunità politica, il diritto di ricordare la fondazione del Msi e l’importanza che essa ebbe per la democrazia italiana», ha commentato il senatore di FdI, Alberto Balboni, ricordando che «come riconoscono gli storici più indipendenti, il Msi consentì a tanti italiani di partecipare alla vita politica del dopoguerra accettando i valori costituzionali e la democrazia». Balboni, quindi, ribadendo «la piena adesione del Msi alle regole democratiche in Parlamento e nel Paese», ha voluto anche ricordare «il contributo che uomini come Almirante seppero dare al superamento degli “anni di piombo”, che insanguinarono tragicamente gli anni ’70 del secolo scorso».

Così la sinistra si dimentica di Berlinguer

«Gli incontri che in segreto Berlinguer tenne con Almirante proprio per raggiungere questo obiettivo dovrebbero rappresentare un insegnamento prezioso anche ai più faziosi e intolleranti esponenti della sinistra», ha aggiunto il senatore di FdI, sottolineando che «come da destra nessuno si permette di contestare il legittimo ricordo di uomini come Berlinguer, nonostante non abbia mai reciso fino in fondo i suoi legami con l’Unione Sovietica ed il Pcus, perché è indiscutibile il contributo che diede all’evoluzione democratica del Pci, così da sinistra dovrebbe avvenire verso uomini come Almirante e Romualdi, che seppero insegnare da destra l’inestimabile valore della libertà ad intere generazioni, me compreso, cosa di cui – ha concluso Balboni – sarò loro sempre grato».

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