Museo della Rsi a Salò il sindaco all’Anpi: ci occupiamo di storia, non di vendere gadget come a Predappio
Il via libera della Giunta comunale di Salò al progetto definitivo-esecutivo per l’allestimento permanente dedicato alla Rsi all’interno del museo cittadino del MuSa, per un costo di 235 mila euro, ha subito scatenato polemiche. L’allestimento permanente sarà realizzato da gennaio a maggio trovando collocazione al quarto piano del MuSa per una superficie di 220 mq. L’Anpi, informata nei dettagli dell’iniziativa, lancia un monito: «L’auspicio è che l’operazione non scada in turistico-commerciale sulla falsariga di Predappio».
“Sono sorpreso da queste polemiche – osserva il sindaco Gianpietro Cipani – Il nostro museo civico, il Musa, conteneva già una sezione dedicata alla Repubblica sociale. Un anno e mezzo fa si è solo deciso di sistemarla, arricchirla ed ampliarla ma per farlo abbiamo dato un incarico ad un comitato scientifico composto da tre storici e professori universitari al di sopra di ogni sospetto: il prof. Giuseppe Parlato, uno degli esperti più importanti del fascismo, allievo di De Felice, Roberto Chiarini ed Elena Pala. La storia deve parlare di tutto e piaccia o non piaccia la Repubblica sociale fa parte della nostra storia”.
Quanto al rischio, paventato dall’Anpi, che l’operazione possa trasformare Salò in una nuova Predappio, il sindaco precisa: ”A Predappio non c’è un museo, vendono dei gadget. Questo è un museo, costruito con l’intento di raccontare la storia in maniera scientifica, anche la drammaticità di quel periodo sia per chi ci ha creduto sia per chi no. Non si farà apologia del fascismo né si venderanno gadget. A meno che non si voglia raccontare la storia di un territorio saltandone una parte”.