«Nicoletta era mia amica», struggente addio di Giorgia Meloni a una delle vittime della strage di Roma
«Nicoletta era mia amica… un’amica sincera e discreta»: sono le prime, commosse parole dello struggente addio dei Giorgia Meloni a Nicoletta Golisano, una delle vittime della strage di Roma. Parole che il premier affida alle sue pagine social e che, tra dolore e sconcertano, raccontano chi era la 50enne uccisa durante una riunione di condominio a Roma. Mentre partecipava al consiglio di amministrazione consortile in qualità di revisore. Uccisa insieme ad altre due donne.
Strage di Roma, l’addio di Giorgia Meloni a Nicoletta, una delle vittime, sua amica
«Nicoletta era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo» – scrive nel suo commovente messaggio di addio la Meloni –. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. È stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d’arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma».
Parole di affetto e di dolore affidate a un commosso messaggio social
Poche frasi, intrise di ricordi e di rimpianto, che trasudano commozione e sconcerto per un dolore frutto di una ferocia inaccettabile. Parole, quelle che il presidente del Consiglio dedica all’amica che non c’è più, che ricostruiscono in pochi frammenti una vita annientata in un attimo, nella frazione di un lampo di un colpo di pistola. «Nicoletta era mia amica. Lascia il marito Giovanni e uno splendido bambino di dieci anni, Lorenzo – scrive la Meloni –. Con la sua, altre famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza, sono state distrutte».
«Nicoletta era felice, e bellissima… Per me sarà sempre bella e felice così»
E infine. «L’uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti, e ha ferito altre tre persone, è stato fermato e spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso. Il poligono dal quale aveva sottratto la pistola (il porto d’armi gli era stato rifiutato) è sotto sequestro. Eppure la parola “giustizia” non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così. Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa. Per me sarà sempre bella e felice così. A Dio Nico. Ti voglio bene».