Nuove regole per gli eletti del M5S: si tengono parte dello stipendio, addio al rigore anti-casta

30 Dic 2022 18:43 - di Redazione
regole M5S

Nuove regole delle ‘restituzioni’ per gli eletti del M5S. Regole che attenuano il rigore anti-casta tipico degli albori del Movimento.

Voto online sulle nuove regole

Vecchia battaglia anti-casta del pianeta 5 Stelle, approdato in Parlamento tra scontrini e spese da rendicontare così da poter rendere parte degli stipendi alla comunità, il Movimento si sta dotando di nuove regole sulle quali, a quanto apprende l’Adnkronos, ci sarà il voto online.

Duemila euro dell’assegno mensile al partito

Con cambiamenti significativi rispetto al passato: i parlamentari dovranno restituire mensilmente 2.500 euro, ma, di questi, ben 2.000 andranno al M5S, dunque al partito, mentre soltanto 500 finiranno “su un conto intestato all’Associazione MoVimento 5 Stelle appositamente dedicato alla restituzione alla collettività”, si legge nel documento con le nuove regole.

Resta ai parlamentari il 25% di indennità e rimborsi

Ma sono ben altre le novità di peso, salvo cambi in corsa. I parlamentari potranno trattenere “il 25% di ogni eventuale indennità o rimborso in relazione ad ulteriori cariche assunte”, fino alla scorsa legislatura rese per intero -si pensi solo a quella del presidente della Camera, Roberto Fico-, “la restante parte dovrà essere versata all’Associazione MoVimento 5 Stelle per le spese di funzionamento dell’Associazione”.

Assegno di fine mandato: l’80% resta nelle tasche degli ex

Novità in arrivo, inoltre, anche per l’assegno di fine mandato, che gli ex parlamentari dovrebbero aver ricevuto proprio in questi giorni e che, stando alle vecchie regole, avrebbero dovuto restituire quasi per intero (due terzi). Si tratta della liquidazione di circa 44mila euro per legislatura – dunque poco meno di 90mila euro per chi è saltato sulla tagliola del doppio mandato- che, per le regole del M5S volute agli albori da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, i deputati e senatori 5 Stelle avrebbero reso alla comunità.

Ora, però, si cambia: stando alle nuove regole, l’assegno di fine mandato resterà per l’80% nelle tasche degli ex, il restante 20%, anche per questa voce, finirà nelle casse dell’associazione M5S per le spese di funzionamento. E questo varrà anche per gli uscenti della ex legislatura -compresi dunque i ‘big’ che non hanno cambiato maglia – ammesso che siano ancora iscritti al M5S.

Virginia Raggi si mette di traverso

Le nuove regole erano state sottoposte nell’ottobre scorso al comitato di garanzia grillino, composto da Fico, Laura Bottici e Virginia Raggi. Tuttavia l’ex sindaca capitolina, come raccontato all’epoca dall’Adnkronos, si sarebbe messa di traverso, perché contraria a diversi cambiamenti, non ultimo quello sull’assegno di fine mandato per i parlamentari uscenti, la cui restituzione è stata a lungo un fiore all’occhiello del M5S. Poi la questione non sarebbe stata più affrontata in sede di comitato di garanzia, dove due membri su tre -ovvero Fico e Bottici- sarebbero per altro in potenziale conflitto di interesse sulla regola sul tfr, proprio in quanto uscenti.

Forse anche per questo, i vertici del Movimento avrebbero deciso di imboccare un’altra strada, sottoponendo la questione alla Rete lasciando che sia la ‘base’ a dire l’ultima parola. Scelta che, sulle regole in materia di restituzioni, non ha precedenti. Il voto dovrebbe essere indetto tra una manciata di giorni.

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