Pd, c’è la mano della moglie deputata dietro l’appoggio di Franceschini a Elly Schlein
Tra moglie e marito, recita il vecchio adagio, non mettere il dito. E neanche il partito, aggiungiamo noi. Anzi, la corrente, quella movimentista del Pd guidata da Elly Schlein. A detta della ex-parlamentare dem Patrizia Prestipino, infatti, dietro la decisione di Dario Franceschini di appoggiarla ci sarebbe la mano di sua moglie, la neo-deputata Michela Di Biase. Vero o falso, non importa. Quel che invece ha creato sconcerto nel partito è il connubio tra l’Outsider e il Dinosauro. Detto fuor di metafora, che ci fa una che annuncia rinnovamento sottobraccio a un altro che incarna l’eternità del potere? Già, perché tale è Franceschini, parlamentare da sette legislature con all’attivo cinque mandati da ministro.
Franceschini è l’incarnazione del potere dem
Una performance, la sua, da Prima repubblica, quando a fronte di governi che duravano poco fiorivano nomenclature praticamente immortali. Franceschini è quella roba lì. Merito anche del suo fiuto sopraffino che gli ha fatto sempre scegliere la cordata giusta al momento giusto. Ora, però, sembra che SuperDario non l’abbia azzeccata: il favorito al congresso del Pd è Stefano Bonaccini mentre lui si è posizionato sulla barricata della Schlein. E ha così cominciato a sperimentare il freddo venticello della solitudine. Neppure Piero Fassino, con cui ha condiviso gli ultimi dieci anni di correntismo dem, gli è rimasto accanto.
Il tweet della Morani
Come avrebbe potuto, del resto, sentendolo sproloquiare di «cambiamento radicale» o di «rinnovamento totale» con quel po’ po’ di pedigree che entrambi hanno sul groppone? Sono concetti da outsider, da Elly Schlein per l’appunto, non certo da vecchio e sapiente dosatore di equilibri interni o di accorto manovratore di trame di corridoio. Gatta ci cova. Forse Franceschini prevede tempi non brevi di vacche magre per il Pd e preferisce puntare per il futuro sulla rendita dell’opposizione interna. Oppure, si è davvero convinto che il Pd abbia urgente bisogno di cambiar pelle, e cioè volti e nomi. In tal caso, tuttavia, avrebbe ragione l’ex-renziana (ora con Bonaccini) Alessia Morani ad invocare via tweet un po’ di coerenza: «Magari iniziare a dare l’esempio facendo spazio, no?». Parole sante.