Pd, Elly Schlein riprende la tessera. Si è iscritta alla sezione dove Occhetto archiviò il Pci

12 Dic 2022 20:04 - di Valerio Falerni
Schlein

È un luogo simbolico quello scelto da Elly Schlein per ritornare all’ovile del Pd, da cui era uscita nel 2015: la sezione della Bolognina. La stessa nella quale il 12 novembre del 1989 Achille Occhetto annunciò l’archiviazione del Pci e la nascita del Pds. «Io entro, anzi rientro in questa comunità e in questo circolo in punta di piedi, innanzitutto ad ascoltare. Non siamo qui certo per sostituire il Pd, ma per provare insieme a rinnovarlo e a ridare il senso di un impegno comune», ha detto dopo aver formalizzato la (ri)adesione al Pd. Una scelta, quella della Schlein, non priva di una certa strumentalità, dal momento che è candidata alla segreteria del partito in alternativa a Stefano Bonaccini (di cui è vice alla guida dell’Emilia-Romagna).

La Schlein: «Rientro in punta di piedi»

Un derby all’insegna degli opposti. Bonaccini è infatti espressione del radicamento territoriale e della solidità amministrativa mentre la Schlein incarna il politically correct di marca dem. Non è un caso che si sia letteralmente tuffata sullo sciopero generale indetto dalla Fiom-Cgil. La sua parola d’ordine è «no al correntismo». Peccato solo che il suo principale sponsor sia quel Dario Franceschini che del correntismo è l’emblema più riconosciuto. Ma tant’è: oggi hanno fatto endorsement per la Schlein anche esponenti come il deputato Roberto Morassut e il virologo Andrea Crisanti, eletto nelle liste del Pd alle elezioni politiche del 25 settembre scorso. Entrambi invocano «rottura e discontinuità».

Nardella: «Con Bonaccini la parte sana del partito»

Chi non teme il movimentismo della Schlein è il sindaco di Firenze, Dario Nardella, messo da Bonaccini a capo della mozione con cui si candida alla segreteria. «La scelta di sostenere Stefano  nella corsa per la segreteria del Pd – spiega intervenendo a Sky Tg24 è nata dalla necessità di tenere unito il fronte dei sindaci e degli amministratori locali». All’obiettivo, assicura, «siamo molto vicini, perché attorno a Bonaccini si sta aggregando quella parte sana, solida, credibile, anche giovane e fresca, della classe dirigente della sinistra». Da una parte l’evocazione della «rottura», dall’altra la rivendicazione della «parte sana». Mai le parole delle opposte fazioni sono state così chiare nel far apparire come incombente il rischio di una scissione.

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