Pd, la “cannonata” di Gori contro Elly Schlein: “Se vincesse potrei lasciare il partito”

2 Dic 2022 19:35 - di Alberto Consoli
Gori Schlein Pd

“Se vince Schlein potrei lasciare il Pd”: Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, affonda colei che sta per scalare la segreteria del Pd. E questo è un segnale devastante per il partito di Letta che sta vivendo giorni surreali tra liti, psicodrammi, cordate l’un contro l’altro armate. Gori parlando con l’Huffington Post ha bocciato la candidata che solo da pochi giorni ha sciolto la prognosi sulla sua candidatura. “Ma quale eccesso di liberismo – ha sottolineato Gori – serve il mercato ben temperato di Prodi e un nuovo laburismo”. Secondo lui “con Elly vince Renzi perché ci sarebbe la deriva francese” del Pd.

Pd, Giorgio Gori contro Elly Schlein

Il fulmine contro Elly Schlein lanciato da Gori arriva in una giornata complicata (una delle tante) per il Partito di Letta. Che sta perdendo un punto percentuale a settimana secondo tutti i sondaggi, eppur si dilania e si macera. La prima riunione del comitato costituente dem parte con uno scontro. Il punto di attrito è il Manifesto del 2007 del Pd di Walter Veltroni. L’innesco sono una serie di interventi ‘da sinistra’ nella riunione che bollano come ‘neo centrista’ e ‘blairiano’ quel testo “troppo legato ad un tempo in cui globalizzazione e liberalizzazioni erano concetti solo positivi e dominanti”. Si accapigliano , per alcuni quel testo è datato, per altri un caposaldo. Nel frattempo Base riformista perde pezzi. Il deputato Enrico Borghi fa sapere su Fb che se ne va da una delle correnti più in vista del partito. Intanto domanio Bonaccini e il sindaco Nardella faranno una conferenza stampa a Firenze e Paola De Micheli rilancia da molti quotidiani la sua candidatura alla segreteria, lanciando accuse e “mea culpa”.

Pd, Gori: “Con Schlein vincerebbe Renzi e non voglio dargliela vinta”

Ora la cannonata di Gori sulla Schlein. Parlando del congresso in programma il prossimo anno, Gori ha spiegato: “Lo vivo come un’ultima occasione di rilancio per il partito al quale ho convintamente aderito nel 2011. Ho condiviso la sua Carta dei Valori, al di là delle leadership che si sono alternate. Oggi leggo che qualcuno vorrebbe mandare quella Carta al macero. E sospetto che siano gli stessi che vorrebbero Elly Schlein segretaria, per dare vita alla ‘rifondazione’”. A chi vorrebbe questa sorta di rivoluzione, il sindaco di Bergamo ha risposto senza troppi giri di parole: “Dipende. Se i fondamenti del Pd non verranno stravolti rimarrò in questo partito. Altrimenti prenderò atto del fatto che il Pd è diventato un’altra cosa. E mi riterrò libero di decidere il da farsi. Io penso che si allontanerebbero molti altri elettori. La “deriva francese” tante volte auspicata da Renzi – con un Pd sempre più piccolo e sempre più a sinistra – diventerebbe uno rischio concreto. Vogliamo darla vinta a Renzi? Io neanche per sogno“. Se a questo spettacolo aggiungiamo le dichiarazioni di Massimo Cacciari ad Affariitaliani.it, il quadro è tragicomico: “Non mi piacciono né Schlein né Bonaccini…pace all’anima loro”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *