Qatargate, Casarini al delirio assolve le Ong: “I colpevoli stanno solo nei palazzi di Bruxelles”
Luca Casarini deve sentir tremare il trono su cui è comodamente seduto in veste di capomissione di Mediterranea Saving Humans. Le Ong finiscono al centro del Qatargate e l’attivista a proposito della maxi-inchiesta belga prova a operare dei distinguo difficilmente applicabile all’intricata matassa giudiziaria su cui sono in corso indagini minuziose aggiornate alla luce delle dichiarazioni di Francesco Giorgi, l’indagato che sta collaborando con gli inquirenti al lavoro sul caso. E che solo ieri, parlando con i magistrati, ha rilasciato ammissioni deflagranti in veste di indagato per le mazzette dal Qatargate. Su tutte quella che recita: «Le Ong? Ci servono per far girare i soldi»…
Qatargate, Casarini assolve le Ong
Casarini però non ci sta. E non volendo arrendersi all’evidenza delle prove e alle dichiarazioni degli indagati, prova a restringere il campo dei gravi illeciti ai soli esponenti parlamentari: come se le Ong non fossero attori in campo investiti da intenti e potere politico. «Le proporzioni della corruzione all’interno delle istituzioni europee sono ancora tutte da definire. Servizi segreti, eurodeputati blasonati e piccoli faccendieri ingordi, valige di soldi e cyberwar e tutto il resto danno la vera dimensione di ciò che sta accadendo, e che sembra solo all’inizio. Ci sarebbero tante considerazioni da fare, sull’etica pubblica che ormai mostra definitivamente la sua crisi da malato terminale, al di là di come andrà a finire per i soggetti coinvolti. Che sono parte delle istituzioni e dei partiti, non dell’attivismo sociale».
I responsabili dello scandalo stanno solo nei Palazzi
Ma da quando, ci chiediamo, i militanti dell’attivismo sociale non hanno referenti, finanziatori o sponsor politici? E la missione a cui rispondono, davvero non ha nulla di ideologico? A detta di Casarini, sembrerebbe proprio di no. Peccato però che per asserirlo, il nume tutelare dei soccorsi in mare debba ricorrere a una supercazzola che, mescolando etica pubblica e immoralità della politica, esclude ruolo e ingerenze delle Ong, che Casarini nella sua disamina assolve, a partire da recriminazioni di ordine etimologico e linguistico. E menzionando, come è solito fare nelle sue invettive – ma stavolta è più che mai fuori luogo – in uno scandalo che ha travolto e annientato eurosinistra e sinistra italiana, un riferimento ai «fogliacci della destra garantista» sulla vicenda che sta facendo tremare i palazzi del Parlamento europeo.
I colpevoli sono solo europarlamentari, assistenti, lobbisti e privilegiati?
«Usando vigliaccamente la definizione di “Ong” (organizzazioni non governative) – tuona Casarini – si è tentato di attribuire, da parte dei soliti fogliacci della destra garantista solo con i potenti e i loro soldati, al mondo della solidarietà attiva, la pietra dello scandalo. Le persone coinvolte di “non governativo” non hanno proprio niente – aggiunge il numero uno italiano delle missioni umanitarie –. Sono europarlamentari. Vicepresidenti del parlamento. Assistenti parlamentari. Professionisti. Lobbisti di quel mondo della politica dei palazzi che vive in maniera privilegiata tra Strasburgo e Bruxelles». E concludendo: «Non mi fido personalmente delle “operazioni condotte da servizi segreti di 6 paesi”. Non mi iscrivo al partito dello scandalo e dello stupore», chiosa Casarini. Ma con il fango che piove da tutte le parti, difficile restare immacolati. Specie quando si rientra – distinguo lessicali a prescindere – in un sistema malato che nessuna terapia eziologica potrà salvare…